L’edizione degli Australian Open 2018 ha preso inizio con alcune defezioni eccellenti, come quelle del giapponese Kei Nishikori e dello scozzese Andy Murray, costretti ai box, rispettivamente, per un problema al polso e all’anca. Nello stesso tempo alcuni top player come Novak Djokovic, Stan Wawrinka e lo stesso Rafael Nadal sono arrivati al primo Slam della stagione senza aver disputato nemmeno una partita ufficiale, evidenziando come il tema degli infortuni stia diventando sempre più serio e preoccupante.
Nella conferenza stampa successiva alla sua vittoria nel primo turno dell’Australian Open Rafael Nadal ha affrontato proprio questo argomento: “Sono stato nella stessa situazione in cui si trovano loro (Nishikori e Murray) ora molte volte. Non è una novità per me incappare in qualche infortunio. Non so cosa succederà. I problemi che hanno avuto sono di diversa natura, diversi infortuni, ho avuto questi problemi un paio di volte nella mia carriera, sin dall’inizio. Nel 2005, per esempio, ho avuto un infortunio molto duro al piede e non sapevo se sarei riuscito a giocare di nuovo a tennis. Durante tutti questi anni sono stato molto contento di poter continuare a giocare a tennis. Non serve avere trentuno anni per dire: “Ok, sono fortunato a essere ancora qui al top”. A ventidue anni provavo la stessa sensazione. In generale mi sento fortunato di avere l’opportunità di godere di tutte le gioie che il tennis ci offre. Spero di poter continuare a godermi questi momenti ancora per un po’. Tutto qua. Auguro a Stan, a Andy e a Kei un buon recupero e tutto il meglio per il futuro”.
“Un altro problema è che ci sono troppi infortuni durante la stagione. Non sono io a doverlo dire, ma qualcuno deve cercare di capire cose sta succedendo. Sono necessari dei cambiamenti? Ripeto, non sono io a dover prendere delle decisioni. Ma quando un problema si manifesta troppo spesso, evidentemente non sta andando tutto nel verso giusto. Non sto dicendo cosa bisogna fare e come è necessario agire. Gioco solo a tennis. Ma quando succede qualcosa di strano si deve cercare di capire il perché”.