Tennis. Un giocatore costantemente nell’occhio del ciclone, davanti agli occhi e vicino al cuore di milioni di fans in tutto il mondo, da più di 10 anni sempre protagonista sui campi di tutto il mondo: tale Rafael Nadal, di anni 29, è ormai per tutti gli appassionati del tennis delle generazioni moderne un punto di riferimento inalienabile, capace nel corso della sua carriera di prendersi ben 14 titoli Slam e di minare seriamente quelle che erano fino a poco tempo fa delle (seppur soggettive) certezze riguardo i tennisti che sarebbero passati alla storia.
Nadal fa, Nadal disfa: il copione è sempre stato molto chiaro fin dalle prime uscite, perché se le ricchissime rivalità con Roger Federer e Novak Djokovic hanno indirizzato certe attenzioni da una parte o dall’altra, i rimpianti dei tifosi nadaliani riguardanti i tanti infortuni sono da sempre una pietra miliare dalla quale una discussione tennistica sembra dover passare per forza.
Guardandosi bene dal toccare certi dualismi, il dato allarmante è quello sollevato dallo stesso campione iberico dopo l’eliminazione subita da Fernando Verdasco sui campi del Miami Open di scena a Key Biscayne: l’intervista post-sconfitta ha infatti posto all’attenzione di tutti come lo stesso Nadal stia scoprendo dei limiti che fino ad ora non erano stati in grado di condizionarlo così tanto; tanto che al momento sembra più difficile da gestire l’aspetto nervoso ed emotivo rispetto a quello prettamente fisico.
Nonostante le varie operazioni, tra cui l’appendicectomia di fine 2014 e la cura con le staminali, oltre al solito ginocchio dolorante, Rafael ha personalmente dichiarato di avere problemi a gestire le proprie risorse mentali:Non è un problema di gioco, anzi penso di essere migliorato molto nell’ultimo mese e mezzo. La questione non è il mio tennis, quanto piuttosto il fatto che non sono rilassato in campo, sono troppo nervoso nei momenti topici del match. Nella mia carriera ho sempre avuto la capacità di controllare il 90-95% delle emozioni, e se ora qualcosa è cambiato devo sforzarmi per tornare a quell’obiettivo.
I dati, poi, sono quanto di più allarmante ci potesse aspettare:
Ultima vittoria su cemento a Doha 2014
Sconfitta con Berdych dopo un parziale di 18-0 per lo spagnolo
Sconfitta con Fognini a Rio
Sconfitto da Raonic a Indian Wells in una partita dove aveva tutte le statistiche a proprio favore, avendo totalizzato anche più punti del suo avversario
Questi, se integrati alla vittoria di Verdasco, sono numeri che possono evidenziare un cambiamento, almeno fin qui, che potrebbe rivelarsi epocale per il tennis moderno, con il Rafael Nadal che un tempo vinceva apparendo insormontabile, spesso senza neanche faticare più di tanto, che ha lasciato spazio ad un essere umano dalle grandi doti tecniche ma dalle acclarate difficoltà fisiche date principalmente dall’età e dal suo gioco molto dispendioso.
Mai più dolce fu l’avvento della terra, penserà tra sé e sé il maiorchino, dato che sui campi di casa di Montecarlo e Parigi troppo è successo perché non venga fuori un po’ di quel letale orgoglio nadaliano, oltre a mostrare definitivamente, con i trent’anni che giungeranno il prossimo anno, quali sono le possibilità di Nadal in relazione ad un tennis che sta cambiando molto.
La risposta, come spesso per lui è accaduto, arriverà dalla terra, e resta solo da vedere se sarà quella che tutto il mondo del tennis si aspetta.