La vittoria agli US Open ha portato Carlos Alcaraz sul trono del tennis mondiale a soli 19 e 4 mesi, diventando il tennista più giovane di sempre ad occupare tale posizione. A partire dal 1973, anno d’introduzione della classifica ATP sulla base di criteri precisi, lo spagnolo è stato il più precoce a salire in vetta superando Lleyton Hewitt (20 anni e 8 mesi) e Marat Safin (20 anni e 9 mesi). Carlos diventa così il 28esimo n.1 al mondo sorpassando Alexander Zverev e Daniil Medvedev che guidava il ranking fino alla scorsa settimana.
L’impresa del nativo di Murcia è veramente notevole considerando le dinamiche del tennis moderno che premiano la maturità fisica, normalmente raggiunta intorno ai 25 anni. I vincitori dei majors negli ultimi due decenni, infatti, hanno registrato l’affermazione di giocatori in età non giovanissima; i big 3 sono riusciti a vincere tornei del grande slam ben oltre i 30 anni e lo stesso Medvedev ha ottenuto la sua prima vittoria a tale livello dopo il compimento del 25esimo anno. Il nuovo n.1 ha invertito questa tendenza diventando il più giovane campione di un major dal 2005, quando Rafael Nadal conquistò il French Open a 19 anni, e degli US Open dal 1990, anno in cui Pete Sampras si aggiudicò Flashing Meadows a 19 anni ed un mese.
I successi di Alcaraz derivano dalla sua completezza come giocatore sotto ogni punto di vista. La già citata forza fisica è stata indispensabile per ottenere tali risultati; negli appena conclusi US Open, è stato capace di vincere 3 partite di fila al 5 set prima di accedere alla finale e conquistare il titolo con un’altra battaglia di 4 parziali contro Casper Ruud. Il suo gioco inoltre è più completo di gran parte dei suoi avversari riuscendo a trovare soluzioni vincenti da fondo campo, a rete e direttamente con il servizio oltre alle ben note capacità difensive. Il suo bagaglio tecnico però può migliorare ancora come ha dichiarato il suo allenatore Juan Carlos Ferrero che lo ritiene al 60% del potenziale. Secondo l’opinione di chi vi scrive, l’affermazione dell’ex vincitore del Roland Garros è forse troppo ottimistica ma comunque il suo pupillo ha spazio di miglioramento al servizio che può diventare ancora piú efficace e nel gioco a rete nel quale tende spesso a chiudere il punto con volleys smorzate molto complicate. Dal punto di vista mentale, il teenager spagnolo ha già dato ampiamente dimostrazione della sua tenacia riuscendo a ribaltare molte situazioni difficili nel corso della stagione. Nell’ultimo incontro con Jannik Sinner ad esempio è stato capace di annullare un match point e recuperare un break di svantaggio nel set decisivo. La sua forza mentale deriva anche dall’umiltà e rispetto con i quali affronta i suoi avversari oltre al virtuoso legame sia professionale che personale con il suo head coach formando un binomio perfetto.
Senza voler assolutamente sminuire le imprese del campione spagnolo, è doveroso ricordare le importanti circostante favorevoli che l’hanno aiutato a raggiungere la vetta della classifica. L’esclusione di Djokovic dagli Australian Open e US Open, la non assegnazione di punti ATP a Wimbledon, gli infortuni di Nadal e Zverev, hanno sicuramente condizionato il ranking. A testimonianza di ciò, Alcaraz ha avuto bisogno di “soli” 6,740 punti per ottenere il vertice del tennis, mentre Medvedev aveva conquistato il n.1 con 8,615 punti ad inizio stagione e Djokovic aveva incamerato ben 13,825 punti quando superò Nadal nel 2011.
Il regno dello spagnolo è iniziato con pieno merito e grazie ad una stagione eccezionale nella quale ha conquistato il suo primo slam, due Master 1000 a Miami e Madrid oltre ai quarti di finale al French Open. Fare ipotesi sulla permanenza al top delle classifica del fenomeno murciano è sicuramente difficile; molto dipenderà dalla sua costanza nei risultati e dalla capacità di gestire la pressione addizionale dovuta al leadership della classifica a soli 19 anni. I suoi avversari avranno un ruolo chiave in questo ambito; il prossimo anno il n.1 serbo molto probabilmente riuscirà a giocare tutti i tornei maggiori, Nadal e Zverev dovrebbero aver risolto i loro problemi fisici e si potrebbe ipotizzare un riscatto da parte di Medvedev e Tsitsipas che stanno vivendo una stagione non all’altezza delle loro aspettative. La fine del dominio dei big 3 sembra cosa certa e la corsa per il primato del nostro sport è sicuramente piú aperta che in passato.