Perseguitato da un dibattito eterno sul suo calendario, il tennis dovrà presto trovare una soluzione. Il conflitto di interessi tra tornei, reti televisive e giocatori rende il calendario ATP e WTA un dilemma senza fine, sempre in bilico tra proposte di cambiamento è il mantenimento delle regole vigenti.
PALLA A RAONIC – Per Milos Raonic, un giocatore di tennis particolarmente punito dagli infortuni negli ultimi due anni, la stagione dovrebbe concludersi con lo svolgimento degli US Open. Per il canadese, approfittare dell’estate e comprimere i mesi di gara renderebbe tutto molto più facile, avendo un impatto positivo sul fisico dei giocatori. “Penso che dovremmo iniziare a gennaio perché hai l’estate australiana e finire alla fine dell’estate americana, formando un calendario di otto mesi, per avere preseason riposanti e durature. Penso che sia qualcosa che dovrebbe essere considerato e che lo renderebbe più attraente “. Raonic può parlare in prima persona di un problema che ha punito molti grandi giocatori. “Hai cinque dei migliori giocatori del mondo nel 2016 che non sono stati in grado di finire la stagione 2017 a causa di infortuni. Murray, Stan e Novak erano fuori da Wimbledon. Questo è un anno e mezzo. Ho giocato perché speravo che potessi fare qualcosa, ma non era in condizioni di gioco, e Kei si è anche fermato molto presto e per un bel po ‘di tempo.”
PRO E CONTRO – Il canadese non si riferisce solo ai giocatori in questo dibattito, ritiene che potrebbe anche aiutare il pubblico una compressione del calendario. “Abbiamo giocato per 11 mesi, sarebbe stato completamente diverso se avessimo giocato in un continente per 11 mesi, ma stiamo viaggiando per il mondo, ciò deve essere preso in considerazione, penso che ci sia molto spazio in cui il tennis perde la sua continuità e l’attenzione dei fan potrebbe essere più concentrata e avere più continuità”. Il dibattito è complesso e il canadese non è l’unica voce che lamenta una durezza eccessiva del calendario del tour, certo è che quando ci sono interessi economici spesso la voce dei giocatori e degli addetti ai lavori viene ignorata, d’altronde gli stessi giocatori usufruiscono della mediaticità del tennis e quindi dovrebbero comunque ridimensionare le esigenze a livello di prize money e di entrate stagionali. Sarebbero disposti a farlo?
Di Daniele Turrini