[tps_title]Il destino si fa perdonare: Robin Soderling schiantato in finale[/tps_title]
Qualunque impero, costruito con ambizione e fatica, diventa tale solo se, per vie traverse e incomprensibili, è favorito dal destino. Nel 2010 Nadal torna al Roland Garros senza essere il campione in carica per la prima volta dal 2005. Nel 2009 un meraviglioso Robin Soderling l’aveva privato del suo scettro, conquistato poi da Roger Federer in finale sullo svedese. L’infortunio al ginocchio ha peraltro tolto all’allora numero 2 del mondo la possibilità di difendere il titolo a Wimbledon, tornando in campo solo ad agosto e con molta poca fiducia. Come detto però, tutto si resetta quando Nadal torna sulla terra battuta. La fiducia c’è, perché per la bacheca di Nadal sono arrivati Monte-Carlo, Barcellona e Roma, ma manca la ciliegina sulla torta, manca il regale ritorno in scena a Parigi. Ritorno che il destino, appunto, gli apparecchierà in maniera perfetta. Alla seconda domenica, dall’altra parte della rete si trova proprio Robin Soderling, che quest’anno invece ha battuto l’Altro, il leggendario rivale abilissimo nel capitalizzare la chance per completare il Career Grand Slam l’anno prima. Ma quest’anno Nadal non fa errori, e il campo non è pesante, non favorisce affatto la testa di serie numero 5. L’iberico non perde ancora alcun set tutto il torneo, e in finale lascia solo 10 giochi all’avversario, schiantato per 6-2 6-4 6-2. È il quinto sigillo per Rafa, il sesto Slam in carriera, l’inizio di un cammino che lo porterà al trionfo anche a Wimbledon e per la prima volta allo Us Open.