[tps_title]Re a Parigi: anche Nole si arrende, Borg superato[/tps_title]
La sfida che tutti volevano, tranne forse lo stesso Nadal, arriva l’anno successivo, nel 2012. Ma arriva in un contesto totalmente differente: dopo 7 finali perse consecutivamente, tra Indian Wells 2011 e Melbourne 2012, Nadal torna a battere Djokovic, sia a Monte-Carlo che a Roma e a Parigi è in fiducia totale. Soffrendo troppo il rovescio del numero 1 del mondo, il campione di Maiorca affina per le sfide del 2012 l’arma del dritto lungolinea, che se a Melbourne lo tiene in partita per 6 ore, al Roland Garros gli permette di dominare il match per i primi due parziali. Djokovic arriva più stanco alla finale, avendo superato Seppi e Tsonga al quinto set, ma lotta nel terzo set e riapre la partita: il campo con la pioggia si fa sempre più pesante, Nadal come spesso gli capita si fa condizionare e spreca un break di vantaggio. All’inizio del quarto set l’inerzia del match sembra dalla parte di Djokovic, ma la pioggia è fitta e la partita viene posticipata al lunedì. Il giorno dopo però cambia tutto, perché Nadal viene da tre finali di fila perse nei Major per mano del serbo, e non può permettersi di perdere anche sulla superficie a lui favorevole: alla ripresa è monologo spagnolo, Nadal vince 6-4 6-3 2-6 7-5 e conquista per la settima volta il Roland Garros, superando definitivamente i successi di Borg tra il 1974 e il 1981. Quanto al dritto lungolinea e la sua resa mortifera in quella finale, Toni Nadal dirà per anni di aver visto il miglior Nadal di sempre in quelle due settimane: prima di Lukas Rosol e l’infortunio alla ginocchia con lo stop di 8 mesi, l’iberico infatti sembrava pronto a tornare in vetta al ranking mondiale.