Tornei dello Slam come: gli Australian Open, il Roland Garros, Wimbledon e gli Us Open sono sempre un piacere per gli occhi degli appassionati, sopratutto quando le sfide si prolungano fino a raggiungere i tanto sfiancanti quinti set e ne escono fuori sfide che durano addirittura giorni. Però negli anni 70 il format è stato modificato per un paio di anni, in modo da permettere ai giocatori di essere più riposati in vista dei turni successivi ed anche poichè il pubblico a quei tempi preferiva assistere a dei primi turni svolti più velocementi e magari match più lottati nelle fasi finali del torneo, però a causa di varie lamentale da parte dei giocatori, gli organizzatori hanno deciso di ritornare alle vecchie origini.
FORMAT NEGLI ANNI 70 – Per garantire una maggiore interesse e partecipazione del pubblico durante i primi turni degli Slam, gli organizzatori hanno deciso di ridurre il numero dei set da disputare, arrivando così a giocare al meglio dei 3. Durante gli Australian Open del 1973 e del 1974 solo il primo turno veniva disputato secondo la nuova tipologia di set, negli Open di Francia del 73′,74′ e 75′ solo nei primi due turni, mentre agli Us Open del 75′,76′ e 78′ per i primi tre turni e nel 77′ si è arrivati fino al quarto turno con questo format. Nel 1975 Bll Talbert, ex direttore degli Us Open, affermò che il cambiamento di format era dovuto al passaggio dai campi in erba a quelli in terra verde, poichè sulla nuova superficie si garantivano scambi più prolungati e dunque era giusto competere al meglio dei 3. Solo Wimbledon è l’unico slam che ha sempre garantito una durata di cinque set, secondo loro questa tipologia mette a dura prova la resistenza fisica e mentale di un tennista.
QUINTO SET COME UN’ANCORA DI SALVEZZA – Senza il ritorno al quinto set probabilmente molti top players sarebbe usciti anzitempo da vari tornei. Esempio più remoto è quello del finalista del Roland Garros, Andy Murray, costretto agli straordinari nei primi due turni e graziato in qualche modo dal quinto e decisivo set. Britannico che sarebbe stato eliminato nettamente in due set da Radek Stepanek, nel caso in cui l’Open di Francia si disputasse ancora in 3 set. Stesso discorso vale per il giovane francese, Mathias Bourgue, trovatosi in vantaggio per 2-1 nei parziali prima però di subire la terribile rimonta. Stessa cosa è accaduta a John McEnroe nel 1977, con la differenza che a quei tempi era in vigore il format breve e dunque l’ex numero 1 del mondo venne eliminato in un batter d’occhio dagli Us Open per 6-2 6-3.
MALORI E RITIRI – E’ anche vero che il caldo percepito a Melbourne ed a Flushing Meadows è terribile ed il più delle volte costringe i tennisti a ritirarsi oppure l’arbitro è obbligato a sospendere la partita a causa di una temperatura troppo elevata. Durante gli Australian Open del 2014 un caldo infernale ha costretto al ritiro ben 9 giocatori, 8 uomini ed 1 donna, uno dei quali ,Frank Dancevic, racconta di aver visto Snoopy nel momento in cui sveniva. Malori che si avvertono sopratutto nel tennis maschile dove il caldo unito agli scambi infiniti ed ad un fisico non proprio leggerissimo sono causa di tanti ritiri negli Slam. L’anno scorso agli Us Open furono addirittura 10 le persone che si ritirarono dal torneo al primo turno.
CAMBIAMENTO – Certo la maggior parte dei tennisti, sopratutto i big, preferiscono i cinque set, poichè in una giornata no, in cui fanno fatica ad entrare nel match, c’è sempre il quinto set che può salvargli la faccia. Però giocatori ed ex come ad esempio McEnroe aprono la porta ad un’idea di progresso come ad esempio far giocare le ragazze negli Slam al meglio dei 5 o far tornare a competere gli uomini al meglio dei 3. Il numero 2 al mondo Andy Murray è favorevole alle nuove idee: “Non mi dispiacciono i 5 set, penso che facciano un po’ di differenza all’interno del circuito. Fin da bambini giochiamo le partite al meglio dei 3 per prepararci poi in un futuro ad affrontare fisicamente i match al meglio dei 5. Preferisco il format attuale, ma sia chiaro non sono contro il cambiamento”