Sembra di poterlo ancora sentire il rumore dell’ultimo ace con cui Alexander Zverev ha conquistato, nel novembre scorso, le prime ATP Finals torinesi. Invece sono già passati più di tre mesi e la corsa alle finali di Torino del 2022 sono già iniziate: a sorpresa c’è un unico grande dominatore del circuito, un giovincello iberico che promette bene, tal Rafa Nadal.
Lo spagnolo, al comando della race, ha giocato da inizio anno 15 partite in tutto, non perdendo mai e portandosi a casa già tre tornei, uno di questi il ventunesimo Slam della sua carriera a Melbourne, battendo in finale l’attuale numero uno, Daniil Medvedev. Se è vero che siamo solo ad inizio anno, è difficile immaginare, salvo infortuni e con la stagione sulla terra rossa che deve ancora iniziare, che alle Finals di quest’anno non ci sia Rafa tra i migliori 8 giocatori dell’anno.
Alle spalle di Rafa, fa più rumore non vedere tra i primi 10 giocatori Novak Djokovic per i motivi a tutti noti e che sconta i troppi punti persi degli Australian Open. Ma anche per Nole vale lo stesso discorso di Nadal sulla sua presenza a Torino: ma al posto degli infortuni, sarà da valutare come si comporteranno i grandi tornei con i tennisti non vaccinati.
Se Medvedev al secondo posto non è di certo una novità, la più grossa sorpresa di inizio anno è sicuramente Félix Auger-Aliassime: il ventunenne canadese è riuscito finalmente a scrollarsi il peso della prima vittoria ATP (a Rotterdam, battendo in finale Tsitsipas) e a giocare ad altissimi livelli per tutta la prima parte dell’anno, vincendo anche l’ATP Cup e sfiorando l’impresa contro Medvedev ai quarti di Melbourne. Esattamente come l’anno scorso si giocherà un posto per le Finals fino all’ultimo.
Tsitsipas e Rublev viaggiano in quarta e quinta posizione rispettivamente, e possono ormai essere tranquillamente considerati i veterani di un circuito sempre più Next Gen.
Sotto l’asticella dei mille punti accumulati da inizio anno, troviamo poi un’altra eterna promessa del tennis canadese, Denis Shapovalov, che porta in dote in punti del quarto di finale perso in 5 set contro Nadal agli Australian Open, ma che dovrà dimostrare una continuità di risultati che ad oggi sono il suo punto debole. Pochi punti più sotto troviamo invece il nostro Matteo Berrettini, grazie a i punti delle semifinali degli AO, ma che è nuovamente alle prese con gli ormai noti problemi ai muscoli addominali che lo avevano privato del palcoscenico delle Finals l’anno scorso. Infine troviamo il sempiterno Bautista Agut, fresco vincitore a Doha.
Ad oggi sarebbero loro i primi 8 che si garantirebbero un posto sotto la Mole a novembre, ma alle loro spalle scalpitano in molti. Primo su tutti Alcaraz, entrato di recente in top20: se dovessi scommettere i famosi 2 cents, beh il sottoscritto li scommetterebbe sul diciottenne spagnolo. Ma il piatto è ricchissimo, se pensiamo che, oltre al già citato Djokovic, sarebbero fuori ad oggi nomi come Zverev, il nostro Jannik Sinner, Casper Ruud e Hurkacz (solo per citare quelli che erano presenti l’anno scorso alle Finals).
Insomma la lotta per le prime otto posizioni si preannuncia molto tirata e aperta a tantissimi scenari. E alle porte c’è già la stagione sul cemento americano, tassello importantissimo per la race con i suoi due Master 1000.
See you soon.