Roddick: “Chi chiede un cambio nello staff di Alcaraz non capisce nulla di tennis”

Roddick a sostegno di Alcaraz: "Serve solo resettare le aspettative, non lo staff."

L’ex n.1 Andy Roddick difende a spada tratta il giovane campione spagnolo

Carlos Alcaraz continua a dividere, ma a prendere la sua parte ci pensa Andy Roddick. Dopo alcune voci critiche nei confronti dello staff tecnico del giovane spagnolo, l’ex n.1 del mondo ha risposto con forza, bollando come “assurde” le richieste di un cambio di guida per il numero 3 del ranking ATP. “Chi chiede un cambio nello staff non sa nulla di coaching”, ha detto senza mezzi termini l’americano.

Una stagione tra successi e battute d’arresto

Il 2025 di Alcaraz è iniziato con un rendimento altalenante, ma tutt’altro che deludente. Il ventunenne murciano ha già messo in bacheca il suo 17° titolo ATP a Rotterdam, confermando una costanza da top player: in quattro degli ultimi cinque tornei disputati ha raggiunto almeno i quarti di finale. Fa eccezione il Masters 1000 di Miami, dove è stato eliminato a sorpresa al primo turno da David Goffin, ex top 10.

Prima ancora, il percorso si era interrotto agli ottavi contro Jack Draper a Indian Wells e contro Jiri Lehecka a Doha, oltre alla sconfitta con Novak Djokovic agli Australian Open, in un match di altissimo livello. Risultati che, secondo alcuni commentatori, avrebbero giustificato un cambiamento radicale nello staff. Ma Alcaraz stesso ha respinto al mittente le critiche, definendole “ingiuste” e ribadendo di essere “felice” del lavoro svolto fin qui.

La difesa di Roddick: “Resettiamo le aspettative”

A dare man forte al tennista spagnolo ci ha pensato Andy Roddick, che dagli studi della Tennis Channel ha messo in discussione non le prestazioni di Alcaraz, ma le aspettative del pubblico: “Vi ricordate com’era il tennis prima del dominio dei Big Three? I giocatori non arrivavano in finale ogni settimana”, ha ricordato con un pizzico d’ironia.

Roddick ha citato anche Pete Sampras, uno dei più grandi della storia, per sottolineare come fosse normale per un campione perdere presto in un torneo: “Sampras, con i suoi 14 Slam e sei stagioni da n.1 a fine anno, usciva al terzo turno ogni tanto. E vinceva due Major all’anno invece di tre.”

Il punto, secondo l’americano, è che Alcaraz ha già fatto più di quanto ci si potesse aspettare da un ragazzo di 21 anni: “Ha vinto più Slam di Andy Murray e si sta avvicinando a mostri sacri come Connors e Agassi. È semplicemente pazzesco quello che ha fatto”.

Un team solido, costruito nel tempo

Alla base della crescita di Alcaraz c’è un team costruito con cura e stabilità. Il suo allenatore principale è Juan Carlos Ferrero, ex n.1 del mondo e suo mentore fin dagli esordi. In squadra figura anche Samuel Lopez, già coach di Pablo Carreño Busta. Un equilibrio che, secondo Roddick, non andrebbe toccato: “È un assetto che funziona. Cambiarlo sarebbe un errore”.

Intanto, Alcaraz è approdato agli ottavi del Masters 1000 di Monte Carlo, dove affronterà il tedesco Daniel Altmaier, qualificato proveniente dalle retrovie. Dopo l’eliminazione di Alexander Zverev, è il giocatore più alto in classifica rimasto in corsa nel torneo.

Conclusione: pazienza e prospettiva

Nel tennis, come nella vita, il successo non è una linea retta. Carlos Alcaraz ha già dimostrato di saper vincere e di saper reggere la pressione. Le battute d’arresto fanno parte del gioco, e secondo chi conosce bene il circuito, come Andy Roddick, è proprio in questi momenti che si misura la grandezza di un atleta. “Dobbiamo solo resettare le aspettative e renderci conto dell’assurdità di certi giudizi”, ha concluso. E forse ha ragione lui.

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