Dopo 2 anni, Roger Federer torna re a Miami. A due anni di distanza dalla più straordinariamente dominata finale contro il rivale di sempre, Federer completa, alla veneranda età di 37 anni e mezzo, l’ennesima settimana perfetta della sua carriera, conquistando il titolo numero 101 e avvicinando ancor di più il record di Jimmy Connors, ritiratosi a quota 109 ufficialmente solo nel 1996. La 101esima vittima delle finali è John Isner, che si arrende ad un avversario apparso anche oggi in forma strepitosa e ad un problema fisico accusato nel secondo set, proprio poco prima di capitolare per 6-1 6-4. Non si stanca di firmare record l’interminabile Roger Federer, che scrive la prima pagina della nuova storia di Miami: è il primo vincitore nel nuovo impianto dopo lo spostamento da Key Biscayne, è il primo ad avere le chiavi di casa dell’Hard Rock Stadium, che rappresenta il suo 28esimo trionfo in un Masters 1000, a meno 6 dal primatista assoluto, proprio quel Nadal annichilito due anni fa in Florida.
SUPERIORITÀ TOTALE – John Isner, campione in carica e ancora meritatamente in finale, resiste 63 minuti contro la straripante superiorità di Federer, che in tutto il match gli toglie quattro volte la battuta, lo stesso numero di volte in cui Isner l’aveva ceduta nel resto del match. Perché il servizio dell’americano salta altissimo, ancor più alto a Miami, ma a differenza degli altri avversari, lo svizzero non perde campo, risponde spessissimo e lo fa in maniera velenosa. Una volta partito lo scambio poi, la supremazia si fa ovviamente ancor più netta, specie se, sulla diagonale di rovescio, Federer si mantiene offensivo e riesce anche a spostarsi sul diritto per il suo mortifero sventaglio. Ha le sue colpe il buon Isner, soprattutto nell’approccio alla partita. Consapevole del differente atteggiamento in risposta dell’elvetico e delle sue immense proprietà tecniche, tra cui la risposta bloccata, il numero 9 del mondo sente sin da subito la pressione al servizio e gioca un primo game da incubo: prima un pallonetto valutato erroneamente fuori, poi un doppio fallo, e infine un dritto steccato da metà campo, mandano Federer subito avanti di un break. Con i suoi slice di rovescio il numero 5 Atp è di una precisione chirurgica, costringe Isner ad abbassarsi costantemente per imprimere forza alla palla, e lo manda fuori ritmo. Partire subito con un break, mette non solo in salita la partita di Isner, che è costretto a spingere quasi sempre oltre il limite con la prima di servizio, ma dà ancor più sicurezza ad un Federer che di non forzati, alla fine del match, ne accumulerà solamente 7. Il gigante di Greensboro è sempre più in balia del proprio avversario e di errori ne commetterà invece 16, di cui alcuni anche gravi per uno del suo livello, soprattutto col diritto . Alla fine del primo parziale la contesa sembra già finita, Isner mette dentro il 62% di prime, ma ne converte solo il 50%, Federer risponde, lo muove, e non soffre minimamente le sue accelerazioni, che forse mancano di profondità per mettere in difficoltà una versione anche fisicamente al top come quella vista in quest’ultima settimana del campione rossocrociato. Tre break subiti da Isner nei quattro turni di battuta, non bastano però a privarlo del suo spirito combattivo, accentuato nella calma ritrovata ad inizio secondo parziale, col servizio che comincia finalmente a viaggiare su medie altissime, con l’85% di prime in campo che si fa più penetrante contro un Federer invece leggermente meno lucido. Proprio quando sembrava cominciare un match molto più equilibrato però, dopo la severa lezione subita nel primo parziale, anche la sorte si è accanita contro il presto 34enne della Carolina. Dal settimo gioco del secondo parziale Isner ha infatti avvertito un dolore piuttosto forte nella gamba sinistra, in corrispondenza della caviglia ma con ripercussioni anche sul ginocchio, tanto da pronunciare verso il suo box parole tristi come “Non riesco a muovermi”, ancor più dolorose se le pronunci da campione uscente e davanti al tuo pubblico. Pur resistendo al primo assalto del proprio avversario, lo statunitense si è poi arreso alla maggiore freschezza di Federer, che nonostante il 101esimo successo in carriera ha contenuto in maniera come sempre elegante la propria esultanza.
FEDERER UNICO AL TOP – Il modo in cui il 6-1 6-4 si è concretizzato nel finale ha reso un po’ più amaro il finale per giocatori, spettatori e organizzatori. L’epilogo però, è quello preannunciato, con un Federer che rialza subito la testa dopo la sconfitta in finale ad Indian Wells, e lo fa in maniera piuttosto prepotente. Da domani, scavalca Dominic Thiem e torna nuovamente alla quarta posizione mondiale, ma soprattutto supera Rafael Nadal e Novak Djokovic piazzandosi al primo posto della Race, che seppur non fondamentale ad aprile, rimane certamente molto indicativa sullo stato di forma del tennis maschile e dei suoi top player. Dopo l’ottavo di finale perso piuttosto malamente a Melbourne, tornare ad ammirare un Federer su così alti livelli dopo due mesi era cosa non scontata. Ed invece, con aprile che inizia e, con due palle corte giocate in maniera diversa (o non giocate del tutto) nel momento clou della finale in California, staremmo oggi celebrando, a 37 anni superati, un altro Sunshine Double di Federer. L’ex numero 1 porta a casa invece un solo titolo, insieme alla ritrovata ed elevatissima qualità del suo tennis, che lo pone come miglior tennista del momento: anche nel confronto con i due storici rivali, attualmente, lo svizzero ne esce al meglio, fisicamente al top a differenza di un Nadal alla prese con un ginocchio per nulla affidabile nell’ultimo anno su cemento, e nettamente più concentrato rispetto alla altalenante versione di Djokovic vista nella trasferta americana dell’ultimo mese. Sulla superficie abbastanza lenta del nuovo impianto di Miami, la campagna dell’oggi campione era iniziata in modo molto complicato, con un Radu Albot che non andò lontanissimo dal clamoroso exploit e nonostante la rimonta lasciò diverse incognite sullo stato di forma dello svizzero. Dalla partita contro Filip Krajinovic è arrivato invece un grandioso cambio di marcia per il tennista di Basilea, che ha in primis ritrovato la velocità di piedi e d’esecuzione e poi anche i vincenti, con entrambi i fondamentali negli scambi. Oltre alla pesante vendetta ai danni di Kevin Anderson, che lo aveva sconfitto in quel di Wimbledon, ha lasciato basiti la facilità con cui Federer ha liquidato giovani in grande ascesa come Daniil Medvedev prima e Denis Shapovalov poi, tennisti che potranno probabilmente occupare la Top-10 in pianta stabile molto presto, ma che di fronte alla smagliante condizione fisica e al bagaglio tecnico senza eguali di Roger Federer non sembrano avere alcuna arma per difendersi. A differenza delle due annate precedenti, nel 2019 il 28 volte campione Masters 1000 ha deciso di tornare a calcare i campi in terra rossa, su cui non si vede oramai da Roma 2016. Proprio i risultati con cui Federer si è adattato alla superficie di Miami, rende le prospettive più rosee di come si poteva immaginare alla vigilia. Intanto però, in attesa del rientro a maggio, in quel di Madrid, a 37 anni Federer lascia ancora parlare di sé e per qualche giorno si rilassa, sentendosi ancora orgogliosamente protagonista assoluto del tennis mondiale, (in attesa della risposta dei diretti rivali) con un successo così importante che manca dall’ultimo Australian Open.
0 comments
Montecarlo e Roma … poi credo abbia vinto tutto?
Lo so che è impossibile però lo dicevano anche per. Incede un altro slam e ne ha vinti 3 che non sarebbe più diventato numero 1 e lo è stato ancora … QUINDI PERCHÉ DARSI I LIMITI parliamo di RORGER FEDERER
Steve Togni Sarebbe bello ma da quello che ho capito prima del Roland Garros giocherà solo a Madrid.
Speriamo di vederlo a Roma! Chissà se dopo questa vittoria non cambi idea! Magariiiii
culo e basta, come sempre
Colonnello Van Loon colonnello lei non capisce niente
Felix Fox pura invidia per un fenomeno.
Grande Roger. Un giovane vecchietto che ancora lì batte tutti. Gli manca Roma…
Il nazionalismo estremo oscura le menti…. ti ricordo che Novak ha partecipato ma è uscito battuto non mi ricordo da chi… sicuramente un giocatore di secondo livello…. ma che ha avuto culo e basta….
Colonnello Van Loon Ha la foto di Djokovic ragazzi , capitelo…
Colonnello Van Loon perché tu giochi meglio di Roger???
La terra e differente
Mark Falzon Madrid è più veloce, potrebbe arrivare fino in fondo
A Madrid può giocarsela.
Che nonnetto! È arrivato il momento del pensionamentooooo!!
per il tennis se ne riparla a giugno
Ma a Roma ci partecipa??
Si, è il tennista di un momento che dura da una ventina d’anni!!
Van Loon pallettaro
Terra sara un po defficile speriamp di vederlo a Montecarlo
Chi è il miglior giocatore su terra battuta dopo Nadal? Roger Federer. Chi la detto? Rafa Nadal