Dopo il match contro Bautista Agut, Federer, che come sappiamo non ha un buon rapporto con Occhio di Falco, ha parlato alla stampa tornando sul tema della reale affidabilità di questa nuova tecnologia.
Ma prima di tutto, scopriamo cosa è, come funziona e quando è nato l’occhio di falco.
Quando e dove è nato?
L’Hawk-Eye nasce esattamente nel 2001 come prototipo sviluppato in Inghilterra dalla compagnia Roke Manor Research Limited.
Come funziona?
Il sistema funziona attraverso la triangolazione delle immagini registrate da almeno quattro telecamere ad alto numero di fps (Frame per second).
L’occhio di falco compara la traiettoria della palla in uno spazio tridimensionale, applicando tutte le regole di ogni sport in cui viene usato (Tennis, Cricket, Calcio, tanto per fare gli esempi più famosi) e decidendo, una volta calcolato la posizione effettiva della palla, se decretare l’in o l’out della stessa.
L’esperienza dell’occhio di falco.
Una delle circostanze più famose per le quali i dirigenti dell’ATP e WTA hanno deciso di portare la tecnologia in questo sport è stato durante i quarti di finali dell’U.S. Open 2004, che vedeva contrapposte Serena Williams e Jennifer Capriati, dove ci furono dei grossolani errori da parte del giudice arbitro Mariana Alves, con tanto di divieto di arbitrare altri match in quel torneo.
Nel 2005 l’inizio della sua storia. Venne utilizzato per la prima volta durante un torneo a New York del circuito ITF e dopo essere stato controllato a dovere, analizzando più di 80 tipi di tiro misurati dall’ITF high speed camera, venne approvato l’utilizzo a livello professionistico.
Nel 2006 gli US Open Tennis Championship annunciarono che ogni giocatore avrà a disposizione due chiamate (denominate ufficialmente “Challenge”) per ogni set.
Già a gennaio fu introdotto nell’Hopman Cup, che è stato il primo torneo di alto livello ad usare la nuova tecnologia.
Curiosità: Michaëlla Krajicek è stata la prima tennista ad usare il controllo elettronico della palla.
Lo sbarco a Wimbledon e l’unificazione del regolamento sull’Hawk-Eye
Nel 2007 anche Wimbledon si modernizzò e applicò l’uso dell’Hawk-Eye nel campo centrale e nel campo uno, dando il via ad un regolamento modificato rispetto al 2006, dove i giocatori avevano 3 challenge per set anzi che due, aggiungendone uno in caso di Tie-Break e tre ogni 12 giochi in caso di quinto set prolungato. (Quindi, nel caso in cui il quinto set vada oltre il 6-6, i giocatori potranno godere di ulteriori 3 challenge fino al 12-12 e cosi via). Dal 2008 tutte le federazioni (ATP, WTA, ITF) utilizzano lo stesso regolamento.
Curiosità: Tejmuraz Gabavili fu il primo giocatore ad utilizzare l’occhio di falco a Wimbledon nel primo turno contro Federer.
Roger Federer e un rapporto mai andato bene.
Sono tanti gli episodi che hanno costretto Roger a dubitare dell’effettiva veridicità di questa tecnologia. Vediamoli insieme: proprio nella finale di Wimbledon 2007 tra Rafa Nadal e lo svizzero ci fu una richiesta di spegnere l’occhio di falco da parte di quest’ultimo, dopo che Rafa aveva usato diversi challenge su palle chiamate fuori dai giudici e date per buone dall’occhio di falco per pochissimi millimetri.
Due anni dopo, durante il quarto turno degli Australian Open 2009 tra lo svizzero e Tomá Berdych, ci fu l’evidenza del primo grande limite di questa tecnologia: l‘oscurità.
Il tennista ceco aveva chiamato il challenge su una palla ritenuta fuori, ma non è stato possibile usare l’occhio di falco a causa della zona interessata, avvolta nell’ombra della struttura del campo centrale.
Tantissime volte Roger ha chiesto il falco ed ha ottenuto sempre picche da quello che pare essere il suo secondo nemico di sempre all’interno del campo da gioco dopo Rafa. Ultimi episodi, successo sia con Samuel Groth nei sedicesimi, sia con Bautista Agut negli ottavi, sono state delle chiamate da parte degli avversari a cui Roger non poteva credere che il falco avesse dato per buone.
Roger è passato di nuovo all’attacco in conferenza stampa, evidenziando ancora una volta i grandi limiti di questa tecnologia:
“Non sono convinto che sia preciso al 100%, possiamo dire che lo sia al 99% e quindi non si tratta di un risultato sempre corretto. Continuo a vedere challenge dati per buoni che non capisco affatto. E’ un bene che si possa utilizzare il falco, perchè nessuno vuole perdere Wimbledon per colpa di una chiamata sbagliata.
Quello che non capisco, tuttavia, è perchè si continui a giocare quando il sole cala, visto che l’occhio di falco non è più disponibile”.
La questione è sicuramente inappuntabile, visto che tutti sono a conoscenza del fatto che con l’oscurità l’Hawk-Eye diventi sempre meno performante e che quindi viene reso inutilizzabile durante le partite.
Sappiamo tutti che l’occhio di falco, anche in condizioni ottimali ha un margine di errore di 3.6 millimetri. Possono sembrare nulla, ma se facciamo una proporzione della grandezza della pallina, questi 3.6 millimetri sembrano non garantire l’effettivo 99% di veridicità dichiarato dagli sviluppatori dell’occhio di falco. La domanda che sorge spontanea é: quanto e quando è giusto utilizzarlo?
Di Andrea Venturotti