Roger Federer guarda al futuro: “Tennis? Mi bastano le piccole cose”

Dopo il ritorno sul Centre Court di Wimbledon (in giacca e cravatta) e l’uscita dal ranking ATP, lo svizzero rilascia alcune dichiarazioni al giornale olandese Algemeen Dagblad. «Amo vincere, ma se non si è competitivi è meglio smettere»

Ieri, lunedì 11 luglio, ha fatto notizia per essere uscito dal ranking ATP. Oggi, in un’intervista esclusiva al quotidiano olandese Algemeen Dagblad, ha rilasciato dichiarazioni che fanno tremare i fan. Del ritiro di Roger Federer, ormai prossimo ai 41 anni, si parla da tempo come qualcosa di imminente e al contempo indefinito: lo svizzero, tuttavia, ha fatto capire che la qualità della sua vita non verrà compromessa dall’inevitabile addio al mondo del tennis.

«Amo vincere, ma se non si è competitivi, allora è meglio smettere» – ha dichiarato il 20 volte campione Slam – «Non credo di aver bisogno del tennis, sono felice con le piccole cose, come quando mio figlio fa bene qualcosa o quando mia figlia prende un bel voto a scuola».

«Il tennis è parte della mia vita, ma non è tutta la mia identità. Voglio continuare ad avere successo, dedicare tutta la mia energia agli affari, anche se in alcune occasioni do molto più di quel che dovrei, però anche questo può portare la testa fuori dallo sport. So che una carriera professionale non può durare per sempre e questo mi sta bene, lo accetto”.

Il campione di Basilea ha in programma per quest’anno di giocare il torneo della sua città e la Laver Cup, in vista di un vero e proprio rientro nel circuito nel 2023 che date le circostanze avrebbe del clamoroso. 

«È una sensazione molto strana il fatto di non aver disputato Wimbledon quest’anno, di vederlo in tv, dopo esser sempre tornato qui dal 1998. Però ho passato tutto questo tempo viaggiando e anche questo cambiamento è stato piacevole, ho potuto sperimentare un po’ più di pace oltre che il soggiornare qualche giorno in più nello stesso posto».

«Mi sono dato l’opportunità di organizzare in maniera selettiva i miei viaggi, e di restituire qualcosa alla gente. Molti amici venivano sempre a vedermi, adesso sono io ad andarli a trovare. Il tempo passato a viaggiare nel circuito è talvolta eccessivo, soprattutto se devi organizzarlo con i bambini. È bello riposarsi dopo tutto questo, anche per loro, nonostante ai miei figli manchi viaggiare».

Quello che emerge dall’intervista è un Federer in pace con se stesso, con il futuro e con i cambiamenti nella sua quotidianità. Leggendo le sue dichiarazioni, il sospetto che il suo ritorno in campo agli Swiss Indoors di Basilea sia in realtà un modo per dire addio non può che rafforzarsi. L’esempio, piuttosto recente, offerto da Juan Martin Del Potro a Buenos Aires è tutt’altro che confortante per i fan dello svizzero, che già sei anni fa sembrava destinato a salutare il Tour. Poi, nel 2017, l’insperato ritorno al top: chissà che Roger non stupisca tutti ancora una volta.

«Ci vorrà un po’ prima di rivedere i nostri amici di New York o di Melbourne, però posso dire che sono molto felice a casa, onestamente. (…) A volte ci manca girare il mondo, ovviamente, mi manca anche lo sport, però la vedo così: la vita a casa, una vita normale, è altrettanto bella».

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