Chi avrebbe mai pensato dieci anni fa che Roger Federer oggi sarebbe stato ancora nella top-five del ranking Atp? Grazie alla recente vittoria dell’Atp 500 di Dubai (suo 100esimo titolo mondiale), lo svizzero è tornato alla quarta posizione, mostrando uno stato di forma ancora eccellente. Negli ultimi anni il campione di Basilea ha conosciuto spesso momenti di delusione e di appannamento, a partire dal 2013, annus horribilis di Roger, quando tutti ormai lo davano per finito; e invece è sempre stato in grado di rialzarsi e risorgere dalle sue ceneri come ben pochi altri campioni nella storia.
“(Le delusioni) sono parte della vita di un tennista – ha detto Roger qualche giorno fa -, è sempre così, in ogni torneo solo uno vince, tutti gli altri sono sconfitti. Ma bisogna andare avanti, amare quello che si fa e soprattutto avere cura del proprio fisico, preservarlo il più possibile”, ha detto Roger, che quest’anno compirà 38 anni. “Sono stato davvero fortunato a non avere gravi infortuni. Però è importante allenarsi a fondo, avere disciplina e costanza”. Il merito dello svizzero è stato anche quello di adeguarsi ai ritmi sempre più vicini del tennis nel tour Atp. Ecco perché, secondo lo svizzero, il Roger di 20 anni fa non batterebbe mai quello attuale: “Il tennis è cambiato molto in pochi anni, è più dinamico e rapido. I giocatori sono tutti molto atletici, ben allenati e le racchette ti fanno dare più potenza alla palla. Ho dovuto migliorarmi sempre perché ci sono sempre state nuove sfide e nuovi avversari. Giocare sempre allo stesso mondo non ti permette di giocare a tennis ad alto livello”.
Roger, che questa settimana esordirà al Master 1000 di Indian Wells (possibile secondo turno contro Andreas Seppi) ha riconosciuto che il suo successo è dovuto in parte anche alla fortuna di avere incontrato le persone giuste: “In campo si è da soli ma spesso non si nota che dietro il giocatore ci sono tante persone. Senza di loro sarebbe stato impossibile. Se mi aveste chiesto, quando ero ragazzino, cosa mi avrebbe fatto felice nella mia carriera da tennista, avrei detto la vittoria di uno Slam. Non mi aspettavo di essere il migliore”.
Federer, che nella sua lunghissima carriera ha battuto diversi record del ranking Atp, ha ammesso di non aspettarsi di giocare così a lungo: “Chi lo avrebbe mai pensato? Di sicuro non io, quando ero giovane non lo avrei mai pensato: è un dono di Dio, per me, non soltanto giocare ma anche essere al top e vincere titoli. Per questo bisogna anche avere sempre fame e motivazione, se sei soddisfatto non puoi andare avanti e vincere ancora. Da giovane ero molto lunatico, ho anche avuto diatribe coi miei genitori perché a volte non davo il massimo nel tennis. Ma dopo un po’ sono cambiato. La famiglia ha giocato un ruolo fondamentale per la durata della mia carriera”.
Fonte: TWI
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Roger solo e sempre Roger!
Andiamo a prendere Jimmy