Roger Federer: “Ritirarmi non sarà un dramma per me”

In una lunga intervista per il Corriere della Sera, Roger Federer parla del suo ritorno sul rosso e del potenziale ritiro, che a sua detta "potrebbe arrivare all'improvviso".

 

Il Corriere della Sera intervista Roger Federer: tra ritorno sulla terra, il fantasma del ritiro dietro le spalle e i suoi desideri più profondi. Una piacevole chiacchierata con il recordman del tennis, tra aneddoti simpatici e uno sguardo sereno e rilassato verso il futuro.

Cosa tiene ancora Federer ancorato al campo?: “La mia passione per il tennis non è mai cambiata e sono convinto di poter migliorare. Nei dettagli, qualche particolare qua e là. Il mio lavoro è quello di mantenermi ad un livello alto, non c’è molto più da inventarsi. Ma ci sono dei progressi e mi piace lavorarci, è come una sfida con me stesso. Sono tornato a giocare sulla terra dopo tre anni, tornerò a scivolare, a scambiare da fondo, a colpire la palla con più rotazione, mi mancava questo tipo di tennis. Speriamo che funzioni ancora in partita!

E poi il giorno del ritiro: Roger non è stufo di sentirselo dire, stando al modo in cui risponde: “Il mio ritiro non sarà perfetto. Nessuno ha detto che dovrò farlo quando vincerò un’altro Slam (se lo vincerò), o che lo farò in una finale. Potrebbe succedere in molti altri modi. Del tipo che vado in vacanza e non torno più a giocare. In un torneo qualsiasi, annunciandolo a sorpresa. Basta che sia alle mie condizioni, ovvero non a causa di un infortunio o altro. Sono molto rilassato, non sarà un dramma chiudere la mia carriera. Da quando ho 6 anni giocare a tennis è la cosa che più mi piace fare al mondo. Ho una moglie meravigliosa, un team che mi aiuta, vinco ancora match dentro a stadi pieni di passione. Tutto questo mi fa andare avanti. Amo quello che faccio e considero il tennis la mia seconda famiglia.

Quello che stupisce, però, è ovviamente il suo rapporto da sogno con la gente: “Mi piace dire che sono come un musicista in tour. Vado dove mi vuole il pubblico. Ricevo solo applausi, è difficile che un tennista venga fischiato come nel calcio. Sono fortunato, la mia etichetta sopravvive, a queste condizioni è più facile rapportarsi con la gente. Quando sono arrabbiato o demoralizzato, però, ho la mia poker face, che ho affinato negli anni“. E non solo, Roger Federer ogni tanto vorrebbe uscire dallo status quo di icona dello sport mondiale: “La mia esistenza da marito e padre dura poco, solo a casa, lontano dalla folla. Poi ricominciano gli Slam e la vita da giramondo. Mi manca la quotidianità: lo scorso anno sono andato in Zambia per la mia Fondazione in occasione del 15esimo anniversario. I bambini di una scuola mi hanno chiesto che lavoro facessi e, dopo avergli spiegato che faccio il tennista, mi hanno chiesto se fosse quello sport con le racchettine e il campo piccolo. Pensavano al ping pong, non avevano assolutamente idea di chi io fossi. È stato fantastico.

Il capolavoro assoluto della sua carriera, dopo una lunga riflessione, è per lui uno solo: “Se devo scegliere, direi gli Australian Open 2017. Sono tornato da un lungo infortunio senza sapere cosa aspettarmi, dopo aver messo a segno una quantità di vincenti nel quinto set di cui mi stupisco ancora oggi, con Rafa dall’altra parte della rete. Pensare di aver vinto quell’edizione è surreale.

0 comments
  1. Roger sei nato con la Racchetta non ci puoi Abbandonare!! Organizzeremo Campionati per 40enni poi 50enni poi60enni poi Pensionati Giovani poi Pensionati Senior!! Poi Potrai andare in pensione Per riposarti ma verremo a vedere i tuoi allenamenti!!! Un Grazie per il Tennis è Un Abbraccione

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