“Ogni storia ha una fine, questo vale per tutti”. Parole di David Ferrer dopo la vittoria su Kevin Anderson al quarto turno. La frase pronunciata dal valenciano era riferita ovviamente allabdicazione del Re di Spagna Juan Carlos I avvenuta la mattina stessa e non a quella di Nadal come alcuni giornalisti hanno lasciato intendere.
Difatti la storia di Rafa appare, per fortuna, ancora molto lontana dal suo epilogo; ne ha dato riprova questoggi con una prestazione sopra le righe, nonostante gli acciacchi fisici dichiarati in conferenza stampa.
Con un non troppo combattuto 4-6 6-4 6-0 6-1, il tennista di Manacor si impone sul rivale e amico David Ferrer. Alla vigilia della partita il valenciano aveva detto che se entrambi i giocatori si sarebbero espressi ai loro massimi livelli, sarebbe stato Nadal a prevalere. Così è stato, anche se il valenciano non era proprio al top della condizione.
Nel quarto game arrivano le prime palle break per Ferrer che, alla quinta occasione ottiene il break, che però perde subito. Sul 5-4 servizio Nadal serve per rimanere nel set, ma Ferrer si procura due palle set e alla prima, complice un attacco a rete non preciso del maiorchino, lo passa con un dritto incrociato che gli permette di chiudere il primo parziale sul 6-4.
Nel secondo parziale Rafa si procura una palla break nel terzo gioco che realizza con un rovescio lungolinea che tocca appena la riga laterale portandosi sul 2-1. Questo break consentirà poi al mancino di Manacor di servire per il secondo set sul 5-4. Da grande campione qual è sfrutta questa occasione e incamera senza problemi il secondo parziale per 6-4.
Il set successivo vede un Nadal dirompente mentre Ferrer paga lo sforzo fatto per cercare fin lì di rimanere in partita. In pochi minuti è 6-0 senza appello.
Ferrrer appare con la testa già negli spogliatoi, così anche il quarto set è senza storia. Non è da lui perdere un match senza combattere!
Se alla vigilia, visti i recenti incontri, si poteva pronosticare un match alla pari, si è stati smentiti dalla solidità del tennista maiorchino che, tranne che nel primo set, ha limitato gli errori allosso inducendo invece lavversario a sbagliare.
Che dire? La storia di Rafa è destinata a continuare, magari regalando ai suoi fans il nono titolo parigino scrivendo unaltra gloriosa pagina della storia del suo tennis.
Nella seconda semifinale scende in campo l’inatteso Murray, che zitto zitto va avanti, seppure non senza difficoltà, e l’idolo di casa Gael Monfils, grande tennista e grande attore (chi ha visto la partita contro Fognini può capire). Noi italiani, dato che siamo ottimisti e sognatori, ci eravamo piacevolmente scannati, nel corso della prima settimana, sul dibattito “Fognini ce la farà a battere Murray ai quarti?”. Beh, se ne son sentite tante, anche qualcuno (grazie a Dio) che ha detto “prima ci devono arrivare”. E così mentre il britannico è lì a giocarsela, probabilmente non con tantissime chances, di Fabio non si hanno notizie. La sua primavera rossa è stata più una primavera nera. Nessun acuto. Molte stecche Ma torniamo a noi. E’ un match strano. Murray non si sa di preciso come stia, quale sia la sua reale condizione, ed infatti le sue partite vengono sempre presentate come molto incerte, sennonché lo scozzese riesce a portarle a casa, di fioretto o se occorre di sciabola. E si ritrova lì, tra gli ultimi 4, si può dire senza niente da perdere. Contro Monfils non è stata una storia semplice, vuoi per il pubblico, vuoi perché comunque non è sicuramente al 100%. Andy dopo aver vinto senza troppi patemi i primi due parziali, si è ritrovato a perdere per la prima volta il servizio (e così il set) al decimo game del terzo parziale. La folla si infiamma. Gael ci crede (o ci spera). Stranamente non fa finta di essere morto, forse perchè Murray non è Fogna, non chiede MTO, ma sulle ali dell’entusiasmo rifila un clamoroso 6-1 al suo avversario. A quel punto si pensa che sia lui il favorito, spinto anche dalla folla, ed invece Andy reagisce da grande campione, mette in fila 6 games e tanti saluti a Gael. Reazione d’orgoglio. Molto bravo Andy. La cosa divertente è che Murray voleva rinviare il quinto set a domani! Ed invece se l’è cavata con 20 minuti di tiro a segno, e avrà un giorno in più per preparare la prossima sfida.