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Roland Garros, Roger Federer crede in Casper Ruud: “Presto lo vedremo tra i primi 20 del mondo”

Con la vittoria di oggi, al 400esimo match giocato in un torneo dello Slam, Roger Federer è diventato il secondo giocatore più anziano a raggiungere gli ottavi di finale al Roland Garros dai tempi di Nicola Pietrangeli nel 1972. Non è certamente questa però la più grande soddisfazione di giornata per lo svizzero, che nella conferenza stampa è arrivato molto rilassato dopo aver superato un test importante sulla terra battuta, eliminando il giovane norvegese Casper Ruud in tre set. Per al miele proprio per il numero 63 del mondo, che Federer immagina prestissimo in Top-20.

ELOGIO PER RUUD – Nel 1999 il giovane Roger Federer affrontava proprio al Roland Garros Christian Ruud, padre e coach del giovane Casper. Dopo 20 anni, alla soglia dei 38, l’elvetico è una leggenda e ricevere attestati di stima da uno come lui deve aver sicuramente emozionato non poco il 20enne di Oslo: “Ci sono molte cose che mi piacciono del suo gioco e oggi ho visto solamente la sua versione su terra rossa. Sono sicuro che abbia delle grandi qualità anche sul cemento”. Frasi che rinforzano la previsione sull’ascesa di Ruud, il quale comunque è proprio sulla terra di Parigi che può vedere esaltate le sue caratteristiche: “Sulla terra può rispondere da più lontano, prepararsi col proprio ed usare spin ma anche varietà nelle scivolate. La chiave per lui sarà riuscire a vedere se potrà rispondere e giocare più velocemente i punti, un po’ come Rafa: perché nessuno ne parla ma lui (Nadal) è fortissimo sull’uno-due. È su questo che deve lavorare, una volta che diventerà più forte, migliorerà molto anche nella fase difensiva e accumulando esperienza imparerà anche a gestire le situazioni più importanti del gioco”. Per Ruud anche qualche prezioso consiglio extra campo, da utilizzare soprattutto a questa età per completare la propria formazione come uomo e tennista: “Si possono fare sempre dei piccoli aggiustamenti alla tecnica, ma alla sua età sono importanti soprattutto le persone di cui ti circondi e cosa riesci a prendere dai loro consigli, dal loro modo di comportarsi e anche dall’etica del lavoro. Il professionismo a 20 anni ti dà grandi motivazioni, non bisogna vedere il lato negativo delle cose, ma godersi il mondo di cui si è parte, stare negli spogliatoio e vedere anche come gli altri si preparano per i rispettivi match”.

OBIETTIVO QUARTI – “Mesi fa avevo dei dubbi, ora so dove sono, mentalmente e fisicamente. Sono curioso di dover scoprire più avanti fin dove posso spingermi col mio gioco”, dice Federer sorridendo, consapevole che un ottavo di finale a Parigi dopo tre anni di assenza è motivo d’orgoglio, un primo traguardo raggiunto superando un giovane emergente. “Oggi non ero nervoso, sapevo ciò che dovevo fare e Ivan (Ljubicic) e Severin (Luthi) mi avevano dato delle informazioni molto utili. Sono soddisfatto di come sto giocando ed è stato bello poter giocare un tie-break qui, perché i punti importanti vanno costruiti in maniera differente rispetto al cemento o all’erba”, aggiunge sul finire, “so di essere il favorito anche nel prossimo incontro, ma cercherò di continuare a giocare il più libero possibile e senza nulla da perdere”. Domenica lo attende Leonardo Mayer, alla ricerca di un quarto di finale che renderebbe ancora più incredibile il suo ritorno sulla terra europea dopo la lunga assenza.

Samuele Diodato

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