Ryan Harrison e la fiducia ritrovata

Il 22enne americano, ex speranza del tennis a stelle e strisce, ha guadagnato il suo primo punto Atp a 15 anni nel 2007, nel 2010 è è stato il primo teenager americano a battere un top 20 dai tempi di Andy Roddick.

“Amo quello che faccio e voglio semplicemente essere il miglior tennista del mondo”. Presuntuoso, forse, ma questo è Ryan Harrison che mercoledì scorso al secondo turno del torneo di Acapulco ha ottenuto un sorprendente successo contro il numero 3 del seeding Grigor Dimitrov.
Il 22enne americano, ex speranza del tennis a stelle e strisce, ha guadagnato il suo primo punto Atp a 15 anni nel 2007, nel 2010 è è stato il primo teenager americano a battere un top 20 dai tempi di Andy Roddick. Nel 2011 è stato il secondo giocatore più giovane dopo Tomic, nella top 100 raggiungendo il suo career best nel 2012 alla 43 posizione del ranking. Da quel momento in poi, però, metà luglio, ha vinto solamente due match di singolare in tutto il resto dell’anno.

Ryan Harrison
A distrarlo sarebbero state i troppi rumors intorno a lui “Non posso permettermi il lusso di preoccuparmi di ciò che la gente dice o pensa di me, devo solo concertarmi su me stesso. Speriamo poi che la gente vedrà quanto sto lavorando duramente e quanto voglio raggiungere il massimo”.

Harrison, che recentemente si è affidato nuovamente al suo coach storico Grant Doyle, si allena spesso con Andy Roddick. “Quando sono a casa in Texas, mi alleno molto insieme a lui, mi dà dei buoni consigli, e lo fa completamente a livello gratuito. Sono stati proprio Grant e Andy nei miei momenti negativi come dopo aver perso nelle qualificazioni degli Australian Open, ad incoraggiarmi dicendomi che non avevo certo perso il mio talento. Mi hanno dato una grande iniezione di fiducia. Anche la mia situazione familiare è molto migliorata rispetto a quanto non fosse un anno fa”.

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L’americano, che è fidanzato con Lauren McHale, la sorella maggiore della giocatrice Wta Christina, ha detto di aver molto fiducia in Grant. “Se gioco male, se gioco una brutta partita, mi sento comunque di imparare . Mi sento molto sicuro nel sapere che prima op poi, può essere due mesi o un anno, raggiungerò i miei obiettivi. Li raggiungerò e allora mi divertirò”.

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