Alexander Zverev intervistato da Berliner Zeitung ha espresso la sua opinione sulla riforma Davis, ammettendo di non approvare il cambiamento.
“Penso che a febbraio giocherò non è sicuro al 100% perché dovrò vedere cosa succede nel primo mese dell’anno, però in Germania mi farebbe ancora piacere giocare. Sono contro il nuovo sistema, ma il primo turno a febbraio è uguale a prima.”
Tecnicamente è vero in parte, la nuova formula è simile alla precedente in questo frangente, escluso il fatto che i match saranno al meglio dei 3 e saranno compressi in due giorni.
Sascha parla anche della presunta lettera di boicottaggio ricevuta dall’ITF e firmata da diversi giocatori.
“Non ho ricevuto nessuna lettera, onestamente non ne so nulla. La Davis è stato uno dei momenti da ricordare di questa stagione, la vittoria in Australia e la lotta in Spagna son stati bei momenti di questo 2018.”
L’intervista poi si sposta sui bilanci di fine anno.
“Ad inizio anno volevo dimostrare che il 2017 non era stato casuale visto che ero arrivato in top 5 senza che giocassero Djokovic, Wawrinka e Murray. A fine anno son ancora lì, ho dimostrato che posso vincere dei Master 1000 e anche negli Slam son migliorato. A Parigi son andato bene, a Wimbledon avrei potuto far meglio ma non mi ero preparato al top a causa dell’infortunio. Alla fine anche nei Master 1000 non avevo mai combinato molto, poi mi son sbloccato e mi son levato delle soddisfazioni, di certo sono 9 in un anno hai più possibilità.”
Naturalmente non può mancare una domanda sul rapporto con Ivan Lendl.
“La qualità che apprezzo di più è la sincerità, se gioco male me lo dice, o meglio è esplicito nel dirmi che ho giocato di m…a. Spero resteremo assieme a lungo, abbiamo lo stesso obbiettivo, vincere il resto non ci interessa. Come carattere è simile a mio padre, a volte scherza altre no.”
La popolarità di Zverev è cresciuta parecchio negli ultimi due anni e il tedesco è molto felice di questo.
“Mi trovo molto bene con i bimbi, penso di esser disponibile quando mi chiedono foto ed autografi, è bello rendere qualcosa loro in termini di affetto. Anche con i giornalisti cerco di esser sempre sincero, a Roma ho avuto problemi con una persona a cui non piacevano le mie risposte. Facciamo 120 conferenze l’anno non è possibile esser sempre di buon umore. Ora chiudiamo la stagione, son un po’ stanco come tutti del resto, ma ho risolto i problemi alla spalla che mi avevano limitato a Parigi-Bercy.”