La giornata di semifinali di Montecrlo, primo Masters 1000 sulla terra battuta non ha deluso le attese, malgrado le diverse interruzioni per pioggia: i quattro tennisti rimasti in tabellone hanno dato vita a due sfide combattute in cui si sono registrate rimonte da parte di chi scenderà in campo per contendersi la vittoria del titolo.
Il match più atteso dagli appassionati, italiani e non solo, è stato quello tra i giovani fenomeni del circuito, Jannik Sinner e Holger Rune (40 anni sommando le loro età): l’italiano ha disputato la terza semifinale consecutiva in un 1000, mentre il classe 2003 scandinavo la seconda dopo il trionfo lo scorso anno a Bercy.
Nonostante intemperie disagevoli a cui hanno dovuto far fronte, il tennis coinvolgente di entrambi si è manifestato con una partenza energica. Nel quarto game Sinner ha ottenuto, alla terza opportunità, il primo break, sancito da un doppio fallo del danese, per poi consolidare il vantaggio e accaparrarsi il primo set per 6-1 in trentuno minuti.
Nel secondo parziale, Rune si è issato sul 3-0, costringendo Jannik a cedere il proprio turno di battuta in un game durato sette minuti. A questo punto la partita è stata interrotta per quasi un’ora a causa della pioggia, e alla ripresa Rune ha dominato fino al nono game, quando l’azzurro ha conquistato il controbreak a zero e si è portato sul 5-5 annullando anche un set point.
L’atmosfera sul centrale è diventata sempre più incandescente, ed è emersa l’arroganza che contraddistingue la personalità di Rune, sfrontato verso la maggioranza del pubblico schierata dalla parte di Sinner. Ciò però non è bastato, perché Holger ha convertito il secondo set point sul 6-5 prolungando la partita al terzo parziale. Soffermandosi sui dati di fine set, il numero uno d’Italia ha commesso ben venticinque gratuiti, conseguenza della regolarità di Rune che lo ha costretto a prendersi più rischi da fondocampo.
Con il passare dei minuti, è diventata una battaglia fisica e mentale senza esclusione di colpi, tra due fuoriclasse del presente e del futuro destinati a spartirsi i titoli più importanti del circuito. Il quarto game del terzo, durato più di dieci minuti, si è rivelato vitale per Jannik, che ha annullato tre palle break e successivamente altre due per giungere sul 4-4. Un paio di punti da highlights tuttavia non sono stati sufficienti ad esaltare l’attuale numero tre della race, che dopo due ore e quarantasei è stato sconfitto 1-6 7-5 7-5 dal diciannovenne danese, qualificatosi per la sua seconda finale in un Masters 1000 (sesta complessiva in carriera).
Ad attenderlo nell’ultimo atto del torneo troverà Andrey Rublev, che ha superato in tre set Taylor Fritz nel loro settimo incontro.
Nella prima semifinale di giornata, si è riproposta la situazione già verificatasi durante molti match nel corso della settimana, con una superficie piuttosto lenta, soprattutto in condizioni meteorologiche non ottimali, che ha limitato l’influenza del servizio. Il primo set, infatti, è stato caratterizzato da sette break in dodici game, con il russo che ha sprecato la possibilità di servire sul 5-4 in suo favore, subendo la rimonta dello statunitense che si è aggiudicato il parziale per 7-5.
Non si è fatta attendere la reazione del numero 6 del ranking, che si è meritato il secondo set con il punteggio di 6-1, conquistando tre game in risposta su quattro. A causa dell’intensità della pioggia, il match è stato interrotto per quasi due ore sul 3-2 per Rublev, che al ritorno in campo ha messo a segno l’allungo decisivo fino al 6-3.
Con questa vittoria, il tennista di Mosca si è guadagnato la diciannovesima finale in carriera, la terza in un Masters 1000, di cui due ottenute proprio a Montecarlo. Terzo successo per lui contro Fritz, che esce a testa alta come primo statunitense ad aver raggiunto la semifinale nel Principato dopo vent’anni. I precedenti tra Rune e Rublev sono in parità, con una vittoria a testa: successo in due set del danese a Bercy nel 2022, quello del russo invece risale a qualche mese fa agli Australian Open in cinque set.