Sconfitte con qualche rammarico per Cobolli e Arnaldi all’ATP 500 di Acapulco

Finisce l'avventura messicana di Flavio Cobolli e Matteo Arnaldi all'ATP 500 di Acapulco, per mano di Stefano Tsitsipas e Ben Shelton

Cala il sipario per Flavio Cobolli e Matteo Arnaldi all’ATP 500 di Acapulco, sconfitti al secondo turno del torneo messicano rispettivamente da Stefanos Tsitsipas e Ben Shelton.

Premesso che i ragazzi italiani hanno disputato entrambi veramente un buon torneo e che oggi non partivano certo con i favori del pronostico contro giocatori del calibro del greco e dell’americano, le due sconfitte lasciano un po’ l’amaro in bocca per come sono maturate.

Per quanto riguarda Cobolli, il romano ha perso il suo match in due set, con il punteggio di 6-3 7-6(6) in 1 ora e 59 minuti di gioco.

Nel primo set l’italiano ha subito il break al quarto game e nonostante un paio di occasioni di contro break vanificate dal servizio del n° 12 al mondo, l’ellenico riesce a far suo il parziale per 6-3.

Nel secondo set, dopo una frazione molto lottata in cui Cobbo recupera un break, si arriva al tie break dove nascono purtroppo i motivi di rammarico per la sconfitta dell’italiano contro il n° 5 del seeding.

Flavio si è trovato addirittura avanti di due mini break, issandosi fino sl 5-2 in suo favore. Da quel momento in poi è subentrato il classico braccino e complici il dritto ballerino dell’italiano e la maggior esperienza di Tsitsipas, alla fine è proprio il greco ad aggiudicarsi il tie per 8 punti a 6.

Sarà quindi Tsitsi ad affrontare l’australiano Alex de Minaur, n.9 del mondo, nei quarti di finale. Per Flavio comunque un buon torneo, che gli consentirà di guadagnare altre  posizioni nella classifica mondiale, ponendosi attualmente al n° 62 del ranking virtuale.

Per quanto concerne la sconfitta di Matteo Arnaldi per mano di Ben Shelton in tre set, col punteggio di 7-6(1) 3-6 6-3 in due ore e 31 minuti di gioco, le ragioni dell’insuccesso vanno ricercate altrove rispetto all’ambito mentale, più attinente al match di Flavio.

Arnalds ha faticato ad interpretare la partita con un giocatore atipico come l’americano che coglie ogni occasione per scendere a rete.

Contro Ben, due concetti si devono aver ben chiari. Il primo servire bene, il secondo rispondere bene: questi due fondamentali principi nel tennis valgono sempre, a maggior ragione con un tennista come Shelton che fa delle proiezioni a rete il suo credo tennistico.

Trovarsi a fronteggiare un giocatore veramente bravo nel gioco di volo quasi ad ogni scambio, non è stato per nulla semplice, soprattutto per un giocatore come l’italiano che ama imporsi nello scambio da fondo.

Purtroppo per Matteo, l’americano ha servito divinamente con quasi il 75% di prime in campo mentre l’azzurro non è neppure arrivato alla soglia del 50%, con la naturale conseguenza di trovarsi il buon Ben sempre appiccicato alla rete a mietere punti su punti, grazie alla sua grande capacità di volleatore e alla sua eccezionale fisicità.

Venendo al set che ha deciso l’incontro, Arnaldi ha lottato su ogni palla come sempre, tuttavia ha subito un doppio break anche per demeriti propri commettendo due doppi falli consecutivi nel proprio turno di battuta, consentendo a Shelton di volare sul 5-1 pesante che più pesante di così non si può.

Lo statunitense serve una prima volta per il match ma Matteo riesce a strappargli  la battuta, con l’azzurro che poi riduce le distanze fino al 3-5. Shelton, però, non si lascia sfuggire la seconda occasione propizia, scappa sul 40-0 ed al terzo match point chiude l’incontro. Ai quarti l’americano affronterà il norvegese Casper Ruud, n°6 del seeding, che ha superato in due set, 6-4 7-5, il serbo Dusan Lajovic.

Per i nostri azzurri, come dicevamo, decisamente un ottimo torneo. Tanta esperienza maturata e come spesso dice Jannik Sinner , o vinci o impari: per questa volta impariamo.

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