Wimbledon 2016 ci aveva regalato la storia di Marcus Willis, allenatore da circolo, che quasi per gioco si era iscritto alle qualificazioni di Wimbledon. E che quasi per gioco era arrivato a giocarsi il secondo turno sul Centrale contro Roger Federer. La sua storia si è fermata lì, ma tanto basta per avere materiale da raccontare ad almeno un paio di generazioni di suoi discendenti.
La storia di Wimbledon 2017 è invece quella di Sebastian Ofner, ragazzo austriaco che solo dopo aver completato gli studi ha deciso che fosse il momento di dedicarsi a tempo pieno al tennis.
Anche questa storia parte da lontanissimo: sotto la guida di Wolfgang Thiem, papà di Dominic, fino ad oggi aveva partecipato quasi soltanto a tornei Futures. Un piccolo exploit al torneo Challenger di Mestre, dove ha raggiunto la finale, è bastato per avere una classifica utile per arrivare ai tabelloni di qualificazione. E Sebastian non se l’è fatto ripetere due volte. Superati i tre turni di qualificazione, si è fatto strada pure nel tabellone principale, eliminando prima Thomas Bellucci e poi addirittura Jack Sock. Tanto basta per mettere in saccoccia i tanto comodi 116’000$ di montepremi. E poco importa se il suo cammino è stato interrotto dal granitico Alexander Zverev.
Il ragazzo, se ha la testa sulle spalle, ma considerato l’entourage e il suo recente passato probabilmente sì, potrà reinvestire la somma su se stesso, e in qualche modo riproporsi in futuro. Il montepremi arrivato grazie a questo turno è addirittura più del doppio di quanto raccimolato fin ora in tutta la sua breve carriera.
A questo proposito, ha dato modo di fare anche una piccola riflessione su cosa significa competere nella periferia più estrema del professionismo. Considerati i bassi guadagni derivati da tornei come i Futures, la programmazione del giovane austriaco (e dei giovani quasi sconosciuti come lui) consiste nel scegliere i tornei Futures per fare più punti possibile, ma stando molto attenti alle spese, “con l’obiettivo di andare in rosso per fare punti, ma cercando di contenere le perdite”. Chissà quanti giocatori, magari anche di talento, si infangano in questi ingranaggi poco oliati, dove per farti un nome devi rimetterci, magari anche parecchio, e ti trovi soprattutto in balia della sorte e di te stesso.
Ma a Sebastian è andata bene. “Non avevo mai giocato prima sull’erba, e ora solo al terzo turno. Non posso crederci!” aveva dichiarato dopo la vittoria su Sock, giocatore assai più quotato e numero 19 del ranking. Il cammino fino a questo punto non è stato facile, soprattutto durante le qualificazioni, dove nell’ultimo turno utile per accedere al tabellone ha rimontato una sfida complicatissima sotto di due set a zero. Ma è andato avanti soprattutto grazie ad un solidissimo servizio.
Ad oggi è numero 217 del mondo, ma con questo risultato potrà salire parecchie posizioni. La sua favola a Wimbledon è finita, e vedremo dove si fermerà la sua classifica dopo il torneo. Ma siamo soprattutto curiosi di sapere se la sua storia si fermerà a questo Wimbledon oppure no.
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Mario Capuano sei ancora in tempo…
Comincio lunedì.