Serena Williams sul caso Sinner: “Se fosse successo a me, mi avrebbero dato 20 anni”

Una leggenda che guarda al futuro… senza dimenticare il passato

Serena Williams, 23 volte campionessa Slam, ha appeso la racchetta al chiodo, ma continua a far parlare di sé ben oltre il campo da tennis. La sua influenza resta potente, tanto che anche quest’anno è stata inserita nella prestigiosa lista delle 100 persone più influenti del 2025 stilata dal TIME. Nell’intervista rilasciata alla rivista americana, Williams si racconta tra impegni imprenditoriali, vita da madre e… un pensiero sempre vivo per il tennis.

Tra i tanti temi toccati, spicca la sua opinione sul caso doping che ha coinvolto Jannik Sinner, uno degli astri nascenti del circuito maschile, al quale è stata inflitta una squalifica di tre mesi nel 2024 per la positività al clostebol, in seguito a un accordo con la WADA.

Serena e Jannik: tra stima e frustrazione

Nonostante l’episodio, Serena non ha nascosto la sua ammirazione per l’azzurro. “Una personalità fantastica. Adoro quel ragazzo, adoro questo sport. È ottimo per il tennis”, ha dichiarato con entusiasmo. Non è un’affermazione nuova: già nel 2024, dopo la vittoria di Sinner a Miami su Medvedev, Williams lo aveva raggiunto nei corridoi del torneo per congratularsi di persona, dicendogli scherzosamente “Avrei voluto il tuo dritto”. Un incontro che Sinner stesso ha definito “incredibile”, emozionato dall’aver scambiato parole con una leggenda che aveva sempre ammirato da lontano.

Ma non tutto è rose e fiori. Serena, pur ribadendo di non voler “sminuire nessuno”, ha usato toni diretti per sottolineare un doppio standard che, secondo lei, esiste nel trattamento riservato agli atleti. “Se l’avessi fatto io, mi avrebbero dato 20 anni. Siamo onesti. Mi avrebbero tolto i titoli del Grande Slam”, ha affermato con amarezza, evidenziando come la sua carriera sarebbe stata distrutta da uno scandalo simile.

Il paragone con Sharapova e il peso della reputazione

Nel corso dell’intervista, Williams ha evocato anche un altro caso controverso del passato: quello di Maria Sharapova, sospesa per due anni (poi ridotti a 15 mesi) per uso di meldonium nel 2016. Serena ha ammesso di non riuscire a non pensare alla collega russa quando si parla di queste situazioni: “Stranamente e stranamente, non posso fare a meno di pensare a Maria per tutto questo tempo. Non posso fare a meno di provare pena per lei”. Un richiamo carico di sottotesto, soprattutto considerando che, all’epoca, nonostante l’infrazione fosse stata giudicata involontaria, Sharapova dovette affrontare una dura condanna pubblica. La stessa Williams, scherzando ma non troppo, ha aggiunto: “Uno scandalo per sostanze dopanti mi avrebbe fatto finire in prigione. Ne avreste sentito parlare in un altro multiverso”.

Serena ha anche sottolineato di aver sempre avuto una cura maniacale per evitare qualsiasi rischio, dichiarando di non aver mai assunto nulla di più forte dell’Advil per paura di incappare in sostanze proibite. Una prudenza, la sua, dettata tanto dalla consapevolezza della propria notorietà quanto dalla convinzione che, nel suo caso, la tolleranza sarebbe stata minima.

Il ritorno di Sinner e l’abbraccio del circuito

Nonostante le polemiche e le riflessioni pungenti, il sentimento prevalente nelle parole di Serena resta la voglia di rivedere Sinner in campo. L’azzurro ha ripreso gli allenamenti a Montecarlo e si prepara a tornare ufficialmente nel tour agli Internazionali d’Italia, in programma a maggio. “Sono contenta che rientri a Roma, il tennis ha bisogno di lui”, ha ribadito Williams, mostrando ancora una volta il suo amore per lo sport e il desiderio che i nuovi talenti possano brillare.

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