Nessuno pensava che sarebbe stato facile, ma certamente neanche così difficile. Da quando Juan Monaco ha fatto il suo ritorno nel circuito ATP a Febbraio, dopo l’infortunio al polso che si era procurato lo scorso anno, ha ottenuto risultati tutt’altro che brillanti. L’argentino, un miraggio di quello che era fino a qualche stagione fa, sta ancora combattendo per riconquistare buone sensazioni. Per sua sfortuna (o fortuna) il 2016 è un anno olimpico, e la classifica sarà determinante per garantirsi la partecipazione ai giochi di Rio; e per questo Pico, dopo l’eliminazione a Miami, rischia seriamente di rimanere escluso.
Sono molti i mesi in cui l’argentino è stato assente dalle competizioni. Il periodo dall’Agosto 2015 al Febbraio 2016 è stato per lui interminabile, con un polso dolorante e difficile da curare, come sanno bene in Argentina. Ma Monaco ha voltato pagina. Da allora ha raccolto due vittorie (una per ritiro) e quattro sconfitte, un record piuttosto negativo per un giocatore fuori dalla top 100 e con l’urgente bisogno di ottenere più punti possibili. E il quarto di finale raggiunto lo scorso anno qui a Miami è diventato un problema: Gilles Simon, sconfiggendolo nel secondo turno a Key Biscane, gli ha assestato un duro colpo nel ranking.
“L’ideale sarebbe vincere sempre, ma oggi non è successo. E’stato un match duro, difficile, ho resistito finché ho potuto. Fisicamente e mentalmente credo di essere stato alla pari fino al secondo set, poi lui ha cambiato marcia ed è stato nettamente superiore“, ha detto Pico dopo la sconfitta con il punteggio di 7-5 6-1.
“Posso prepararmi e allenarmi come un animale, ma durante la partita è necessario prendere le decisioni migliori. Ciò può essere raggiunto solo giocando più match possibili. Non ci sono molti dubbi sulla tattica da utilizzare in campo, la vera sfida è applicarla per tutto l’incontro. Con Simon avevo sempre giocato match molto fisici, ma è molto difficile e la sconfitta è comprensibile, soprattutto dopo una lunga pausa“, ha aggiunto ai microfoni di ESPN.
In un anno Olimpico, la classifica diventa il fattore più importante di tutti, soprattutto in un paese come l’Argentina che vede nascere molti nuovi tennisti (sappiamo che ogni nazione può convocare per le olimpiadi un massimo di quattro giocatori). Dopo l’evento a Crandon Park, Monaco scenderà alla posizione numero 146, dietro a ben sei connazionali: Mayer (44), Pella (45), Delbonis (46), Schwartzman (85), Bagnis (92) e Zeballos (97). Troppa concorrenza e troppo poco tempo per recuperare il terreno perso, nonostante i pochi punti da difendere nei prossimi mesi.
“E’importante rivivere le sensazioni sul campo, giocare match e punti importanti. L’obiettivo è tornare ad affrontare queste situazioni. Per riabituarmi e sentirmi a mio agio sul campo”, ha concluso Pico, triste per la sua sconfitta a Miami ma entusiasta per l’imminente stagione sul rosso, sua superficie preferita. Vedremo se la terra battuta lo aiuterà a realizzare il miracolo di cui ha bisogno per poter disputare per la terza volta i giochi Olimpici.