Da Santiago a Quito, passando per Buenos Aires, Bogotà e Città del Messico: un tour che ha soddisfatto tutti, dai tifosi ai giocatori, e ha scritto ancora una volta la storia di questo sport.
Nella prima tappa di Santiago del Cile, di fronte a 11,200 spettatori, Roger Federer ha sconfitto Alexander Zverev in tre set, portandosi avanti in vista del conteggio finale. I due hanno scherzato e divertito il pubblico per tutta la durata del tour, dimostrandosi anche ottimi amici e complici fuori dal campo. Quasi come fossero padre e figlio, zio e nipote, maestro ed allievo. Probabilmente per Sascha, che ha saltato la Coppa Davis per scelta, sarà stato decisamente più soddisfacente passare 144 ore assieme al suo idolo di infanzia.
A Buenos Aires, seconda tappa, è stato Zverev ad aggiudicarsi il match con un doppio tie-break, prima del triste episodio di Bogotà: in seguito agli scontri in città e al coprifuoco obbligatorio per tutti i cittadini, non si è potuto disputare il match per ragioni di sicurezza. Roger Federer, con il cuore spezzato, ha promesso a tutti i tifosi di tornare in futuro per sanare il conto in sospeso. A Città del Messico doveva esserci anche Juan Martin del Potro, assente per colpa del fastidioso infortunio al ginocchio che lo tormenta da mesi: il match tra Roger Federer e Alexander Zverev si è comunque giocato e ad imporsi è stato lo svizzero, ancora una volta in tre set. Nella Plaza de Toros si sono radunati 42.517 spettatori paganti, record nella storia del tennis.
Roger fa la storia ed è come una rockstar, una band famosa, un brand. Dove mette piede, vince e fa sognare. A Quito, Ecuador, ultima tappa del tour, ha vinto ancora Federer in due set e coinvolto 12.000 spettatori circa. Una storia incredibile, con una tournée completamente volta alla mitizzazione di un personaggio che merita questo ed altro, con Zverev quasi da sparring partner o dirigente accompagnatore. L’infallibilità di Roger Federer, che in sei giorni ha attirato poco più di 80.000 spettatori.
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