Se il masters 1000 di Miami fosse una serie Netflix, Sinner ne sarebbe protagonista, tant’è vero che farà la sua apparizione anche nell’ultimo episodio, una finale che mette in palio non solo il trofeo ma per lui anche il secondo posto del ranking mondiale. Questa è la terza finale raggiunta da Sinner nel suddetto torneo: le prime due finali le aveva perse nel 2021 e nel 2023 rispettivamente contro Hurkacz e contro Medvedev, chissà che la terza volta non sia quella buona per portarsi a casa il titolo. Ed è proprio contro Medvedev che si è ripreso la rivincita, all’undicesimo incontro fra i due.
Se nel primo game Sinner ha la meglio grazie ai suoi servizi (3 punti su 4 messi a segno di prime), indipendentemente dalla buona gestione degli scambi lunghi da parte del russo, nel secondo game questi fatica molto, commette nell’immediato un doppio fallo, i due ace arrivano soltanto quando deve annullare altrettante palle break a Sinner; alla terza, dopo un primo punto ceduto sul secondo 40-40 per una palla ribattuta in rete, Sinner martella con diagonali che tagliano tutto il campo avversario depositandosi sulla linea laterale, l’ultima delle quali è irraggiungibile per il russo, così è subito 2-0.
La partita è molto bella, movimentata e arricchita da sostanziosi scambi fra i due tennisti, così non è solamente quando Sinner mette a segno le sue prime di servizio, fondamentali per togliersi dai guai visto che il punteggio del game diceva 15-40 Medvedev.
Al quarto game Medvedev litiga col servizio e sottorete non sa porre un’adeguata copertura di fatto respingendo i colpi di Sinner, ma come fa più comodo a questi per eseguire nel seguito passanti imprendibili; servono tre 40-40 prima di concludere il game ma, dopo aver avuto tre palle break a disposizione in altrettanti vantaggi, di cui due sfumate per errori non forzati e la terza irrimediabilmente ribattuta in rete, Sinner converte la quarta nella vittoria del game dopo un facile smash, 4-0.
Nel resto del set, il gioco espresso dal russo sembrerebbe frutto del suo nervosismo: la ricerca di punti veloci ma dall’esecuzione tecnica davvero complicata non fanno altro che procurargli ulteriori errori non forzati, e il sesto game che vince a servizio lasciando a secco Sinner è solo una magrissima consolazione con cui evita il cappotto subìto, poi l’italiano chiude la pratica con una prestazione al servizio superlativa, prima di servizio a concludere, 6-1 e testa al secondo set.
Medvedev commette troppe imprecisioni anche nei suoi servizi, mentre Sinner sa concretizzare le sue condivisibili idee di gioco: da parte del russo vano è il tentativo di trovare risposte alle sue collere seguenti ogni punto, rivolgersi in lontananza al suo allenatore ogni breve pausa non cambia l’andamento del game, specialmente se il suo avversario è in grandissima forma, e quando questi rinvia un servizio di prima sul suo bordocampo si può fare poco, 1-0.
Dunque, il secondo set, come il primo, si apre con un break immediato, nel secondo game il momento negativo continua per Medvedev fino a subìre, dall’inizio del primo game, 6 punti di fila; il dominio di Sinner sui servizi è fuori discussione, il 2-0 è molto facile, così come il seguente 3-1 di normale amministrazione, in cui un doppio fallo è totalmente ininfluente se si considera che 4 punti su 5 nascono dal servizio (3 dei quali ace).
Al game successivo il dominio di Sinner si conferma anche sugli scambi prolungati, nel primo parziale di gara il cavallo da battaglia di Medvedev: gli errori non forzati di questi sono troppi anche adesso, il suo avversario invece è preciso e astuto nel rendergli complicate delle ribattute sottorete, persino con un lob non perfetto, il colpo dove forse Sinner dovrebbe lavorare di più, inerzia di gioco fatidica del 4-1.
Senza dubbio il punto più bello del sesto game è quello di Medvedev: il passante in corsa in risposta ad una volèe ben eseguita da Sinner è molto preciso e angolato; tuttavia, è l’unico punto del russo, e l’estetica dei punti non conta se non ai fini dello spettacolo, a contare è la quantità dei punti, il quinto dei quali porta la firma di Sinner dopo quello che è verosimilmente lo scambio più lungo dell’incontro, 5-1.
Non funziona più niente per Medvedev, neanche la facile conversione in punto di due smash, se vince il game è solo grazie a qualche errore non forzato di Sinner e due buoni servizi. Sinner non racimola niente a servizio, ma poco importa se si tiene conto che supera su tutti i fronti Medvedev, prima quando questi si ritrova sottorete, poi quando è lui a trovarsi sottorete, poi ancora su uno scambio prolungato; a chiudere i conti ci pensa un tentato lungolinea da parte del russo totalmente fuori misura.
Il risultato finale è quindi 6-1, 6-2, una vittoria schiacciante totalmente inaspettata vista la caratura dell’avversario, sicuramente non il miglior Medvedev in assoluto, ma Sinner ancora una volta non delude interpretando in maniera eccellente la gara durata un’ora e nove minuti.
Nella seconda semifinale Grigor Dimitrov cavalca il grande momento di forma e supera Alex Zverev 6-4 6-7(4) 6-4 dopo oltre due ore e trenta minuti di gioco. Grazie a questo successo il bulgaro rientrerà lunedì tra i primi dieci giocatori del mondo e, dopo la finale raggiunta a Parigi-Bercy lo scorso anno, avrà un’altra occasione di vincere il secondo mille della carriera, dopo Cincinatti 2017.
La finale si disputerà domenica alle ore 21.
Di Damiano Battiato