Jannik Sinner nella sua mirabolante stagione 2024 vanta naturalmente statistiche straordinarie. Una delle più significative riguarda il numero di match vinti rispetto alle sconfitte incassate: 58 successi a fronte di 6 soli K.O. subiti.
Tuttavia, se entriamo nel dettaglio della statistica, tre delle sei sconfitte sono state inflitte da un solo giocatore, lo spagnolo Carlitos Alcaraz.
Eh si, Jannik Sinner ha incontrato per ben tre volte in torneo il suo acerrimo nemico-amico iberico e ci ha perso in tutte e tre le occasioni, sempre al termine di partite combattutissime: il tristemente noto 1000 di Indian Wells, quello del Clostebol per intenderci, lo Slam parigino e ora Pechino.
Il secco 3-0 per lo spagnolo maturato finora in stagione, ha riacceso la discussione tra appassionati e addetti ai lavori circa la possibilità che in realtà sia Carlitos il vero numero uno, almeno morale, delle classifiche mondiali: scontri diretti alla mano, 7-4 a favore di Alcaraz, in molti asseriscono che il murciano sia in sostanza più forte di Sinner.
Lasciamo da parte il delicato dossier della vicenda Clostebol non ancora chiuso, trascinato a tutti costi da WADA fino al TAS di Losanna. E sì questione che in qualche modo non può non aver influenzato il giocatore italiano nonostante i risultati incredibili ottenuti in campo, tuttavia cerchiamo di analizzare i due giocatori più da vicino, senza filtri né giustificazioni.
Sicuramente sono due tennisti dalla qualità eccelsa, attualmente al di là di ogni ragionevole dubbio i più forti atleti in circolazione.
Semplificando al massimo caratteristiche e stili di gioco, Jannik è un eccezionale colpitore da fondo che col suo anticipo eccezionale ruba tempo e spazio all’avversario, mentre Carlos è un formidabile giocatore all-court che può conquistare il punto da ogni parte del campo, senza neppure tanto preavviso e troppa preparazione.
Ed è anche per questo motivo che le loro partite sono da sempre altamente spettacolari ed equilibrate fino alla fine: si confrontano in campo due stili di gioco differenti espressi al massimo livello da due tennisti di qualità superiore, Djokovic al meglio escluso.
Ciò detto, penso che Adriano Panatta abbia perfettamente inquadrato la questione riguardo la loro rivalità che infiammerà le platee mondiali nei prossimi 10 anni almeno.
Attualmente, il miglior Alcaraz è potenzialmente più forte del miglior Sinner nel singolo match in virtù del suo bagaglio tecnico completo, della sua esplosività fisica, della sua capacità di esprimere picchi di tennis inarrivabili per chicchessia.
Avete presente il Tie-break del terzo set giocato contro Jannik a Pechino? Ecco, quello è l’esempio concreto e lampante di quanto Alcaraz possa produrre tennis incontenibile anche per uno Jannik in grande spolvero come quello ammirato nella finale persa con lo spagnolo.
Tuttavia, per fortuna di Sinner e dei suoi estimatori, Alcaraz ha dimostrato in questi anni di non saper esprimere quel livello incredibile di tennis con costanza, vuoi per carenza di motivazioni come da lui stesso ammesso in una recente intervista, vuoi per gli infortuni figli della sua grande esuberanza fisica o per sua incapacità di giocare e vincere anche quando le partite non vanno per il verso giusto.
Sinner invece, grazie alla sua forza mentale straordinaria che stupisce chiunque ogni giorno di più, non solo è in grado di esprimere nell’arco di una intera stagione uno standard di tennis più costante rispetto allo spagnolo, ma soprattutto riesce a vincere partite anche quando il suo tennis non esce perfetto dalla corde della racchetta.
Jannik, nonostante le apparenze e la potenza dei suoi colpi, gioca un tennis cerebrale, pensato, riflessivo, che lo avvicina moltissimo al miglior tennista di tutti i tempi sotto questo punto di vista, la leggenda vivente Novak Djokovic.
Ora come ora, a mio avviso, non è ancora possibile stabilire chi dei due giocatori sia più forte in assoluto dell’altro: entrambi hanno caratteristiche che il rivale non possiede e solo nel medio periodo vedremo se uno dei due tennisti riuscirà a prevalere con regolarità sull’avversario.
Tuttavia è anche possibile che non si potrà mai dire con certezza chi dei due sia il migliore, un po’ quello che è successo per anni con i Big3, fino a che Djokovic infine non ha prevalso sui rivali, per il ritiro di Roger Federer e per il calo vertiginoso di Rafa Nadal a causa dei continui infortuni subiti.
Tornando al 3-0 stagionale, ovviamente l’azzurro si starà certamente interrogando sui motivi delle tre dolorose sconfitte subite sul filo di lana e sui modi di contrastare Carlitos nelle sue giornate iper-scintillanti. Cosa potrà mai fare in futuro il nostro campione per tentare di vincere anche quelle partite disputate da Carlitos in modalità PlayStation?
Neppure volendolo fortissimamente, Sinner potrà mai essere un giocatore all- court tecnicamente completo al pari di Alcaraz, che per manualità e qualità di transazione a rete è il numero uno assoluto.
Tuttavia l’azzurro potrebbe assecondare nel tempo quella che è la sua vera natura profonda, il vero DNA sinneriano. Jannik oltre ad essere uno straordinario attaccante da fondo, è anche un grandissimo difensore. E proprio lì Jan potrebbe trovare terreno fertile per un ulteriore step di crescita e mi riferisco specificamente al suo passante difensivo.
Al più forte giocatore offensivo del circuito, Sinner dovrà riuscire ad opporre il miglior passante del circuito. Carlitos dovrà sapere che attaccare a rete Jannik sarà rischioso come giocare alla roulette russa, trovandosi di fronte il miglior cecchino ATP, come lo erano un tempo Bjorn Borg o Mats Wilander.
Il passante di Jan ora è più che sufficiente per contrastare tutti i giocatori del circuito, tranne Carlitos: quando lo spagnolo si spinge in avanti è veramente complicato venirne a capo. Riuscire a vincere in difesa quella manciata di punti in più, minando nel contempo le certezze tattiche dell’avversario, potrebbe fare veramente tutta la differenza del mondo.
In ogni caso, ci troviamo di fronte ad un finale di stagione al cardiopalma. Shangai, Finals di Torino e Coppa Davis potrebbero diventare altri tre pazzeschi campi di battaglia per i due titanici tennisti e chissà che Jan non sia in grado di ottenere infine un salomonico 3 pari, rimontando in zona cesarini un pesante bilancio stagionale a suo sfavore.
Se un tennista può riuscire nell’impresa che lo aspetta nei prossimi mesi, quello è proprio Jannik Sinner, il nostro formidabile Numero Uno al Mondo.