Sinner è il nuovo re di Shangai

Con una prova ancora una volta superlativa, Jannik Sinner conquista a Shangai il suo settimo titolo ATP nel 2024 affermandosi sul già quattro volte campione del torneo Novak Djokovic.

Di Damiano Battiato

Jannik “The Fox” Sinner giunge fino all’atto conclusivo del master 1000 di Shangai per regalarsi il settimo titolo ATP su otto finali disputate quest’anno, nonché diciassettesimo in carriera, cosa che significherebbe superare in quantità di trofei il palmarès dell’eterno rivale Carlos Alcaraz. Novak “Nole” Djokovic lotta per arrivare a cifra tonda con quello che diverrebbe il suo centesimo titolo in carriera e ottenere il quinto trofeo nella città. Sinner per pareggiare i conti negli scontri diretti (4-3 per Nole) come ha già fatto nello stesso torneo contro Daniil Medvedev, Djokovic per ottenere un’agognata rivincita dopo la più recente delusione della semifinale di Australian Open dello stesso anno persa per 3-1, memorabile per rimanere ancora adesso forse l’incontro in cui si è resa manifesta la massima espressione di rabbia di Sinner in assoluto dopo aver concesso il terzo set solamente all’oltranza del tie-break e vedendosi sfumata l’occasione di chiuderla lì, il suo veemente lancio di una bottiglia seguente diceva tutto; è ciò che oggi deve essere convertito sul campo con una convincente cattiveria agonistica al fine di ripetersi con una sontuosa prestazione, cosa avrà invece Djokovic in serbo a parte la nazionalità?

Nella prima fase sembra di assistere ad una partita di scacchi tra i due tennisti: non si muovono lungo una scacchiera di 64 caselle bianche e nere alternate però, come due re contrapposti del tennis, scambiano molto e sbagliano poco; il più delle volte però gli errori sono non forzati, non vi è una reale situazione dominante di uno sull’altro o viceversa, i due evitano quanto più possibile di forzare la giocata per non rischiare di spezzare il gioco al fine di cedere all’avversario il repentino cambio di direzione dalla traiettoria per lui indesiderata.

Sull’1-1 il servizio di Djokovic non è irresistibile, Sinner si porta persino ad un doppio vantaggio iniziale che si ribalta però nel seguito, nel tentativo fallimentare, per una sfortunata questione millimetrica, di trovare una risposta ancora più efficace al servizio stesso.

Segue una normale amministrazione dei due a servizio nei game seguenti, l’incontro non regala così tante emozioni, non si è raggiunta e non si raggiungerà alcuna parità 40-40 nel set, da annotare vi è soltanto un brivido non indifferente che Sinner incute sui suoi sostenitori: al suo turno di servizio sul 4-5 infatti passa in svantaggio per 0-30, rimedia con un servizio perfetto, meno sul 30-30, sbrogliato comunque con un lungolinea che costringe il serbo ad un campanile facile da accomodare.

Con questi ritmi elevatissimi di gioco (e guai a chi sbaglia per primo rendendosi poco minaccioso a servizio) si cammina senza possibilità di svolte alternative al tie-break, e qui si fa molto più interessante la sfida, sia per una sfida di scambi che lascia posto solo adesso alla sfida dei servizi e, ammettendolo da buon tifoso sinneriano, sia per il vantaggio acquisito sin da subito con un punto di Sinner al servizio avversario: il “volley” del tentato serve and volley da parte di Djokovic è inefficace, non cade troppo distante da Sinner, questi può agevolmente rispedire al di là mittente con uno splendido passante; nel seguito, i successivi break di Nole controbilanciano quelli di Sinner, quindi dopo esattamente un’ora di gioco quest’ultimo si aggiudica il set per 7-6 (7-4).

Il secondo game del secondo set è il primo che si gioca oltre il 40-40 dopo una rimonta pazzesca di Sinner sullo 0-40, non completata per un servizio ritrovato del serbo, 1-1.

Novak Djokovic reacts to Jannik Sinner defeat in Shanghai | ATP Tour | Tennis

Nel game seguente è Nole che si dispera tanto, perché sa di avere le qualità giuste nei suoi colpi per contrastare il gioco arretrato e a tratti difensivo dell’avversario, tuttavia le sue imprecisioni sono tante, talvolta, arrivando in allungo a colpire una palla, riesce solamente ad imprimerle una traiettoria troppo parabolica, dunque innocua se non fuori misura.

Dopo il 2-1, Sinner sa che è il momento di spostare l’inerzia dell’incontro dalla sua parte, perché la strategia di Djokovic provata da questi più volte durante il corso del game si rivela essere controproducente: è cosa buona e giusta essere aggressivi, meno se si cerca la soluzione a rete durante uno scambio non propriamente dominato, è così che il serbo si trova a disagio in quella posizione di campo, o non trattiene i colpi potenti dell’avversario o fa il gioco di Sinner, concedendogli palla per un “facile” passante (per Sinner lo è sempre, non per un comune tennista); l’ultimo punto è messo a segno da Sinner con uno splendido lungolinea che lascia al centro di fondocampo Nole, dopo aver fatto il tergicristalli per qualche scambio, 3-1.

Poche altre emozioni fino alla fine dell’incontro, 6-3 è il risultato finale che corona Sinner re di Shangai e ci rende tutti ancora più orgogliosi di lui, come se non lo fossimo già abbastanza.

 

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