Sinner-Mania, l’ossessione più bella che ci sia!

Cameron Spencer/Getty Images

Il palazzo della Civiltà Italiana, noto anche come il Colosseo quadrato, uno degli edifici monumentali più famosi di Roma, riporta, scolpita sul travertino che lo ricopre, la dicitura che tutti o quasi gli italiani conoscono a memoria:

“un popolo di poeti di artisti di eroi – di santi di pensatori di scienziati – di navigatori di trasmigratori”.

Giusto per la cronaca e per chi non lo sapesse, l’arcinota citazione è tratta da un discorso che Benito Mussolini tenne il 2 ottobre 1935 alla Società delle Nazioni durante la crisi internazionale causata dall’inizio della guerra in Etiopia.

Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti, Dio sia lodato, e grazie ad Alberto Tomba prima e Valentino Rossi poi siamo stati pure una Nazione di sciatori e motociclisti. Ed ora, naturalmente, con l’avvento del ciclone Jannik Sinner, stiamo diventando tutti quanti pazzi per il tennis.

Gli sponsor di mezzo mondo sapevano già da tempo come sarebbe andata a finire la storia e non a caso stanno offrendo al giovane campione la Luna pur di associare il loro marchio al suo prezioso nome.

Dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno, è esplosa la Sinner-Mania che da mesi impazza ovunque in Italia, sin da quando le ATP Finals di Torino e la Coppa Davis vinta a Malaga dopo 47 anni di attesa hanno registrato indici di ascolto televisivi assolutamente incredibili, soprattutto grazie alle performance straordinarie del fenomenale Jannik.

Anche il Master 1000 romano in corso di svolgimento al Foro italico ha risentito positivamente dell’effetto traino dolomitico, con la certezza matematica di battere ogni record di incasso e di presenze registrato fino ad ora. Ma è tutto oro ciò che luccica, questa incredibile ubriacatura per il futuro numero 1 al mondo?

La mia risposta è un sì convinto, con qualche piccolissimo distinguo. Per ogni vicenda umana, il rovescio della medaglia brilla un po’ meno del suo dritto, come nel caso di Lorenzo Sonego, ma non certo per demerito di Jannik, che in mezzo a questa baraonda mediatica sembra l’unico a non aver perso la bussola, tant’è che se ne è ben guardato dall’andare a farsi ridicolizzare a San Remo, come accaduto invece a John Travolta, costretto a danzare, a pagamento si capisce, il Ballo del Qua Qua.

Tuttavia, a causa di situazioni quasi grottesche figlie del tifo esasperato nei confronti del giocatore altoatesino ma superficiale nei confronti del tennis nel suo complesso, dobbiamo constatare fatti e fattarelli che ai puristi di questo meraviglioso sport un tantino il naso lo fanno arricciare.

Per esempio, tanto spasmodica è stata l’attesa per la partecipazione di Sinner agli Internazionali d’Italia che la ferale notizia del suo ritiro per i noti problemi all’anca ha gettato nello sconforto molti tifosi, diciamo pure dell’ultima ora: i gruppi Facebook dedicati al giocatore italiano che contano centinaia di migliaia di fedeli follower, sono stracolmi di messaggi in cui si regalano o si vendono biglietti del Master 1000 capitolino perché “tanto non c’è Jannik”, senza considerare che in tabellone, al di là del fior fiore del tennis mondiale ancora in salute, è presente un numero incredibile di atleti italiani, alcuni dei quali potrebbero veramente aspirare a disputare un grande torneo.

Oppure, altro esempio piuttosto eclatante, con giocatrici e giocatori in campo a lottare per i soldi e per la gloria, le tribune appaiono purtroppo desolatamente semideserte mentre lo stand della Pigna, suo storico sponsor, è stracolmo di gente perché deve arrivare Jannik a salutare i suoi fan e firmare autografi.

Certo, poi ci sono altre situazioni più simpatiche e divertenti, come quei fantastici genitori che scelgono di chiamare il figlio Jannik, oppure tifosi che riconcorrono la macchina di Sinner neppure fosse Brad Pitt o Ana de Armas, o la Paperopoli dei fumetti con un nuovo speciale abitante che risponde al nome di Quacknik Spinner, la versione in carne e piume del tennista altoatesino, oppure ancora, i libri pubblicati dai simpaticissimi Carota Boys che sicuramente donerò in molteplici copie ad amici e parenti più cari.

E’ risaputo come persino le cure miracolose producano effetti nocivi per il paziente, e pure Jannik, che di miracoli tennistici ne ha finora compiuti parecchi, sta lasciando dietro di sé una sottile scia di danni collaterali: per come la vedo io, tuttavia, ben vengano i tifosi naif, le carote letterate, i paperi con la racchetta, le culle piene di neo Jannikki, schegge tennistiche scagliate ovunque dell’esplosione della Sinner-Mania, se tutto questo in futuro porterà un fall-out di grandi benefici al nostro bellissimo sport.

Senza parlare dell’energia positiva che Jannik regala a tutti noi, compresi i suoi colleghi azzurri che guardano a lui come un esempio luminoso da emulare sin da subito, milioni di persone in Italia sanno finalmente cos’è – all’incirca – il tennis o lo hanno riscoperto dopo anni di oblio, grazie al fenomeno azzurro.

Alberto Tomba e Valentino Rossi ci hanno trasformato per un breve periodo in sciatori e biker da divano, mentre ho come il sentore che se il fenomeno sinneriano dovesse durare nel tempo,  diverremo quasi certamente un grande popolo di tennisti.

Le montagne, si sa, sono solo in montagna e fa pure freddo mentre le piste da gara per le moto si contano sulle dita di una mano, forse due. I campi da tennis invece sono praticamente ovunque e serve solo qualcuno che ci induca col suo carisma ed i suoi successi a scollarci dal divano, mollando PlayStation e/o Social per allenarsi e diventare giocatori di tennis.

E magari tra qualche anno avremo tanti nuovi piccoli Sinnerini non solo nella culla, ma anche in campo, a ricalcare le orme del più grande tennista azzurro di tutti i tempi, il nostro amatissimo Pel di Carota, speciale dono degli dei del tennis per noi appassionati italiani.

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