Già alla vigilia era molto complicato, dopo il vantaggio della Serbia serviva un’impresa, quando Djokovic si è trovato con tre match point per chiudere la sfida, c’era bisogno di un miracolo. Per questo ciò che è avvenuto oggi a Malaga ha dell’incredibile, ed ha anche dello storico. Dopo 25 anni dall’ultima volta, l’Italia è in finale di Coppa Davis, battuta la Serbia per 2 a 1. Dopo la sconfitta di Lorenzo Musetti, con il punteggio di 6-7 6-2 6-1, per mano di Miomir Kecmanovic, è stato di nuovo Jannik Sinner ha trascinare la squadra di Filippo Volandri, questa volta battendo prima, per la seconda volta in 11 giorni, ed annullando tre match point consecutivi, Novak Djokovic, per 6-2 2-6 7-5, e poi vincendo il doppio decisivo, insieme a Lorenzo Sonego, contro Djokovic e Kecmanovic, per 6-3 6-4. Domani, per riportare l’Insalatiera in Italia, gli azzurri affronteranno l’Australia.
Ha giocato, per un set e mezzo, e per circa un’ora e mezza, una partita splendida Musetti, punto su punto, rincorrendo, spingendo, facendo anche miracoli dal fondo più profondo del campo, a ridosso della prima fila degli spalti, esaltando come solo lui sa fare. Ed oggi, non solo per battere, ma anche per rimanere attaccati nel punteggio, ad un Kecmanovic che è stato una vera e propria macchina, serviva proprio questo, serviva, punto su punto, una partita così, come quella che Musetti stava giocando, ma per, almeno, un paio d’ore, ed un altro set. Ed il game del 2-3 del secondo parziale, quando Lorenzo con alcuni errori da evitare ha subìto il break, è un calo che può essere normale in un match così duro, ma è un calo che oggi il tennista di Carrara non si poteva permettere. A quel punto Musetti ha ceduto su tutta la linea. Fisicamente, al servizio, tennisticamente (in un campo che premia maggiormente il suo avversario). Sul finale, poi, quando la partita era già compromessa ed indirizzata, un problema fisico ha definitivamente cancellato le speranze di Musetti.
A quel punto capitan Volandri ha acceso il bat-segnale, ed è sceso in campo Jannik Sinner. E ci sono state due partite. Una senza il vero Djokovic in campo, nel primo set, ed una con Djokovic in campo, nel secondo e nel terzo set. E Sinner ha vinto anche quella. E come l’ha vinta. Non è neanche tanto il fatto che Jannik abbia di nuovo battuto il numero 1 al mondo, vista la dimensione ormai raggiunta dall’altoatesino come uno dei 2 o 3 più forti tennisti del pianeta, ma è il modo in cui l’ha battuto, in un modo in cui Djokovic non era sicuramente abituato, annullando tre match point, uno dopo l’altro. E in quel preciso momento, in quei punti, c’è l’essenza di Sinner. Con un altro al suo posto, a fronteggiare quei match point contro un 24 volte campione Slam, la partita sarebbe finita. Con Jannik però non è così, lui è convinto di poter fare quei tre punti, ed è per questo motivo che li fa, uno alla volta. Ed un colpo così, poi, l’essere stato ad un solo punto dalla finale, lo subisce anche Djokovic.
Non ci è dato sapere quanto quei tre punti siano rimasti impressi nella mente di Djokovic durante il doppio decisivo, ma sappiamo che Sinner e Sonego si sono di nuovo rivelati la coppia giusta, con Lorenzo che ha giocato un’altra buonissima partita, aiutando Jannik nella sua eroica impresa odierna. E i due hanno resistito anche quando Djokovic ha reagito con i nervi, cercando di trarre energia dal solito battibecco con il pubblico, quello a lui contrario. Domani, cercando però di non costringerlo a dover compiere un altro miracolo, chiediamo a Sinner un ultimo sforzo, prima di una meritatissima vacanza.