Robin Soderling, ex n. 4 del mondo e due volte finalista al Roland Garros, in occasione di un’interessante intervista concessa ai microfoni di Radio Influence ripercorre i momenti salienti della carriera, riflettendo su cosa avrebbe potuto ancora vincere senza la grave forma di mononucleosi contratta proprio al culmine della carriera.
Sollecitato sui ricordi più emozionanti della sua vita da tennista professionista, il 34enne di Tibro non esita a ricordare le due finali raggiunte a Parigi nel 2009 e 2010: “Tutti mi ricordano per la vittoria su Nadal agli ottavi di finale nel 2009, ma ciò che mi rende più fiero è aver confermato la finale l’anno seguente. Il primo anno centrai un’impresa incredibile contro il più forte di sempre su quella superficie, ero ventesimo nel ranking e la finale arrivò in modo quasi inatteso. Molti pensavano che avrei potuto battere anche Federer, ma la verità è che ho sempre avuto difficoltà nell’affrontarlo. Nel 2010 sono riuscito a difendere quanto raggiunto l’anno prima e questo mi ha dato grande consapevolezza nei miei mezzi, anche se mi rendevo conto che sarebbe stato complicato piegare di nuovo Nadal“.
L’ex tennista svedese, colpito da mononucleosi a 27 anni da numero 5 del ranking, riflette su come sarebbe stata la sua carriera senza la malattia che lo ha costretto al ritiro: “Ora è facile parlare dei risultati che ho raggiunto, ma spesso ripenso a cosa avrei potuto ancora fare se non avessi lasciato il tennis. Quando mi sono ritirato ero molto in alto in classifica e ho notato che avevo un head to head favorevole contro giocatori che di recente hanno raggiunto diverse finali Slam come Wawrinka, Cilic e Nishikori. È difficile pensare a dove sarei potuto arrivare senza la mononucleosi, visto che la top 10 attuale è per molti versi simile a quella degli anni in cui giocavo“.