MIRACOLI – È l’uomo dei miracoli. Ma non di quei miracoli alla Federer, perché bene o male dal più grande tennista di tutti i tempi qualcosa di fuori dal normale te lo aspetti sempre. Steve Darcis, invece, è capace di tirare fuori il coniglio dal cilindro proprio quando ha lo sfavore del pronostico. È capace di diventare l’idolo delle folle caricandosi la propria nazione sulle spalle. In Belgio lo sanno: quando all’orizzonte c’è un match decisivo in Davis, l’uomo su cui contare è Steve. Alcuni dei nostri lettori più preparati ricorderanno la sua vittoria contro Nadal a Wimbledon 2013, quando, per capirci, Federer venne eliminato dal modestissimo Stakhovsky. Dopo quel match, Darcis non giocò nemmeno la successiva partita di secondo turno per colpa di un infortunio. Gli infortuni, infatti, sono sempre stati una costante nella carriera del belga, che è più volte sembrato sull’orlo del ritiro, ma che altrettante volte è riuscito a uscirne rafforzato e dotato di un po’ di “magia tennistica” in più. E in questi mesi sembra stia vivendo una seconda (ma forse anche terza o quarta) giovinezza.
SASCHA, OCCHIO… – Steve è stato il protagonista assoluto, un paio di settimane fa, dell’impresa in Coppa Davis del Belgio, vincendo il match decisivo contro Millman che ha regalato la finale alla sua Nazione. Due giorni prima, sempre in Davis, era andato in vantaggio contro un certo Nick Kyrgios per due set a uno, anche se poi si è fatto rimontare e ha perso al quinto, in una partita che comunque lui e il Belgio del tennis non scorderanno facilmente. Oggi ha perso contro Sascha Zverev in una battaglia durata quasi tre ore, dopo che aveva vinto un primo set giocando un tennis quasi perfetto; era a tanto così dal battere per la seconda volta in un anno (dopo il successo in Davis, in febbraio), l’attuale numero quattro e probabilmente futuro numero uno ATP. Nessuno, a parte Kyrgios e Nadal che a batterlo per due volte nel 2017 ci sono riusciti davvero, ci è andato così vicino.
ZEUS – Darcis è un concentrato di coraggio, umiltà e forza di volontà: si esalta nelle grandi occasioni e soprattutto quando sente che le sorti di un intera Nazione dipendono da lui: la tensione, quella negativa che, a volte, ha storicamente inibito i movimenti di molti giocatori proprio sul più bello, non è roba per lui. Ora tutti lo aspettano nella finale di Davis, in cui il Belgio giocherà contro la Francia. Chissà se sarà proprio lui ad essere consacrato lo Zeus nell’Olimpo del tennis a squadre. Per il momento, siamo sicuri solo di una cosa: con uno così, c’è sempre da divertirsi. Eccome.