Sembra proprio che, quando gioca in prima serata di fronte al pubblico dell’Ahoy Arena di Rotterdam, il 22enne olandese Tallon Griekspoor, n. 221 del ranking ATP, si trasformi da discreto giocatore di Challenger e Futures a giustiziere di campioni.
Esattamente un anno fa il ragazzo nato ad Haarlem, allora n. 259 del mondo, omaggiato di una Wild Card dall’organizzazione del torneo ATP500 di casa, sorprendeva al primo turno il tre volte vincitore Slam Stan Wawrinka, fra lo stupore generale. Molte testate inclusa la nostra ne parlarono come una promessa, data anche l’età relativamente giovane, 21 anni; ed invece quel match resterà l’unico vero acuto del 2018 di Griekspoor. Tallon perderà nettamente al secondo turno da Robin Haase, e nel resto della stagione collezionerà un titolo Challenger a Tampere e poco altro, e avrà il suo best ranking di n.181 a Luglio.
Nel 2019, Griekspoor ha fatto registrare una semifinale nel torneo di Challenger di Koblenz, sconfitto dal nostro Gianluca Mager (che poi vincerà il torneo), e poi altre tre sconfitte: al primo turno di qualificazione degli Australian Open, in Coppa Davis contro la Repubblica Ceca, e poi al primo turno del Challenger di Budapest; per poi arrivare a Rotterdam. La sua Rotterdam. E, come un anno fa, il copione si è ripetuto. Da n. 221 ATP non ha la classifica necessaria nemmeno per entrare nelle qualificazioni di un ATP500, ma la Wild Card concessagli dall’organizzazione, visto anche il suo risultato dell’anno scorso, gli assicura il Main Draw. Ad attenderlo c’è Karen Khachanov, n.11 del mondo, giovane bombardiere russo capace pochi mesi fa di vincere un Masters 1000 battendo in finale un certo Djokovic. Pochi scommetterebbero su un altro exploit dell’olandese, ed infatti il primo set fila via liscio, con il russo in controllo, ed il divario tecnico fra i due sembra evidente: 6-3 Khachanov. Poi però, nel secondo set, qualcosa succede: Griekspoor prende coraggio, corre di più, tiene gli scambi, lascia andare di più il braccio, e si assicura il break che gli permette di pareggiare il conto dei set, 6-3 per l’olandese. A questo punto, ci si attenderebbe una rabbiosa reazione di Khachanov, ed invece nel terzo set il russo quasi scompare dal campo; dall’altro lato della rete Griekspoor fa un po’ ciò che vuole, ormai galvanizzato e con l’inerzia del match dalla sua parte. In un batter di ciglia è avanti di due break; trova soluzioni vincenti in situazioni delicate, insiste spesso con lo slice di rovescio sul rovescio di Khachanov (stessa tattica utilizzata da Berrettini a Sofia), prende spesso la rete per sorprendere l’avversario e mettergli pressione, e adotta la soluzione del serve & volley.
Khachanov è nel pallone, continua a lamentarsi con sè stesso e non ha la pazienza necessaria per provare a rientrare nel match. Dell’olandese, invece, sorprende la scioltezza e la lucidità con cui affronta i punti importanti, e l’amministrazione del vantaggio quasi come un veterano. Anche dopo il match point, chiuso alla grande, che gli assicura il terzo parziale per 6-2, Tallon non si scompone più di tanto, così come il suo staff ed i suoi due fratelli maggiori Kevin e Scott, anche loro tennisti, al suo angolo in tribuna. Come se nulla di particolare fosse successo.
Eppure….eppure…
Sicuramente vanno tenuti in conto i demeriti di Khachanov, che da n.11 del mondo deve imparare ad essere in grado, malgrado una giornata no, di vincere certe partite anche giocando male. Ciò che però, ripeto, mi ha molto colpito, è stato l’atteggiamento del giovane olandese. Uno che non è abituato ad una cornice come l’Ahoy Arena, uno degli stadi di tennis più capienti del mondo, ed invece gioca tipicamente Challenger e Futures di fronte a poche decine di spettatori…uno che, dato il palcoscenico ed il blasone dell’avversario, dovrebbe mostrare qualche segnale di nervosismo man mano che la vittoria, forse la più importante della carriera, si fa più vicina, ed invece mantiene una calma e una concentrazione al punto da sembrare lui quello favorito fra i due….persino il nostro Berrettini, contro Khachanov la scorsa settimana a Sofia, mandò malamente due dritti in rete su due match point a suo favore, vittima del cosiddetto “braccino”.
Giocare davanti al pubblico di casa è sicuramente un vantaggio, come lo stesso Griekspoor dichiarerà a fine match, ma questo non può da solo spiegare il risultato. Oltretutto, chi ha visto il match avrà sicuramente notato che il tifo del pubblico olandese è stato assolutamente pacato e composto, niente di paragonabile a quando, ad esempio, Fognini gioca sul centrale del Foro Italico in notturna contro Murray.
Ma forse la chiave è nella consapevolezza. La consapevolezza, sia di Griekspoor, che del suo team e dei suoi fratelli, che il ragazzo possiede le potenzialità ed il bagaglio tecnico per poter diventare un buon top 50, ma manca ancora di continuità. Ed in effetti, se si guardano con un occhio un po’ più attento i suoi risultati, si può vedere come Tallon fatichi ancora a giocare per un’intera settimana allo stesso livello, alternando vittorie contro avversari anche di 100 posizioni più in alto di lui in classifica, a sconfitte in match in cui parte da favorito. Tra i suoi scalpi, oltre ovviamente a Wawrinka e Khachanov, troviamo Trungelliti, Londero, Tomic, Mahut, Moutet, Ruud. Dunque gli appassionati di tennis olandesi devono, forse, avere ancora un po’ di pazienza per poter vedere finalmente un loro rappresentante nel tennis che conta che affianchi Kiki Bertens, visto che Robin Haase è ormai sulla strada del tramonto.
E noi glie lo auguriamo, a Tallon Griekspoor, di trovare la sua strada, curiosissimi adesso di vedere il suo match di secondo turno contro Tsonga o Fabbiano, e sperando di non doverci ritrovare a scrivere nuovamente di lui di solo fra un anno e di nuovo in occasione del torneo di Rotterdam. E glie lo diciamo nella sua lingua, il dutch: “Succes, Tallon, en veel plezier”!