“Non ho ancora vinto nulla, solo le Next Gen Finals. Ora devo abbassare la testa e cercare di migliorare, trascorrendo più ore possibili in campo”. Nelle dichiarazioni post match di Jannik Sinner, c’è un po’ il riassunto di ciò che può diventare il giovane altoatesino, o meglio delle sue (nostre) aspirazioni.
La sfida di quarti di finale contro il padrone di casa a Parigi non è che una conferma di quanto dichiarato nel post match. Sinner, nonostante le sviolinate meritate di casa nostra e i complimenti altrettanto meritati del suo avversario torna a casa con un pizzico impercettibile di delusione poiché era sceso in campo per vincere, anche contro Nadal, anche sul centrale di Parigi. Sicuro di se, centrato, potente (ha colpito per tutto il match più forte di Nadal) e soprattutto con un piano tattico ben preciso, ideato insieme a Riccardo Piatti per far male al più forte. Soltanto un po’ di inesperienza e qualche errore gli hanno impedito di portare a casa almeno un set (nel primo set ha servito avanti 6-5 e nel secondo 3-1) contro uno che a Parigi ha perso due incontri in carriera e ha alzato per dodici volte il trofeo.
Che Sinner scenda in campo per vincere è una certezza, lo fa sostanzialmente dal giorno in cui ha preso in mano la racchetta. Che ci riesca non è scontato e potrebbe anche non succedere mai, ma la differenza fondamentale tra questo ragazzo e gli altri tennisti azzurri è che già dal 2021 può essere inserito tra i protagonisti con la P maiuscola di un Master e perché no di uno Slam, non ancora tra i favoriti forse, ma non dimentichiamo che la sua carta d’identità ci dice “Data di nascita: 16 agosto 2001” (per capirci erano passati due mesi dalla famosa vittoria di Federer su Sampras a Wimbledon).
Ok il Fognini degli ultimi anni, bene Berrettini, ottimo tutto il movimento azzurro che conta ormai stabilmente 7/8 atleti nella top 100 (con Musetti fuori ma che a livello di talento è forse oggi il più interessante), ma la sensazione è che con Jannik siamo di fronte a ben altro.
Già oggi Sinner può battere senza particolari problemi sette/otto top ten (il match di ottavi a Parigi con Zverev ne è un chiaro esempio) e su tutte le superfici, il miglioramento del suo tennis rispetto ad un anno fa è esponenziale e i margini di crescita sono ancora tanti (molti individuabili anche nel match con Nadal).
Forse il tempo delle comparsate e delle uscite a testa alta sta per finire sul serio, se la vittoria di Thiem agli US Open può essere considerata come spartiacque tra le vecchie e le nuove generazioni, un pezzo di futuro potrebbe avere realmente i colori azzurri.