Thiem ha deciso di giocare meno. Svolta per la programmazione e la carriera dell’austriaco?

Dominic Thiem ha spiegato di aver ridotto gli impegni in vista dell'ultima parte della stagione e della terza qualificazione consecutiva alle Atp Finals. La speranza è che il tennista austriaco razionalizzi anche in futuro la propria programmazione. In ballo c'è la svolta di una carriera. E i numeri confermano che giocando meno, Thiem è più competitivo e può migliorare il rapporto difficile con il cemento.

Forse ci siamo. Dominic Thiem ha compreso che la sua programmazione da stacanovista del tennis andava rivista. Presente alla cerimonia di sorteggio del tabellone del Master 1000 di Shanghai, l’atleta austriaco (che è testa di serie numero 6 del torneo e farà domani il suo esordio contro Matthew Ebden) ha rilasciato alcune dichiarazioni che attestano un taglio alle vecchie (brutte) abitudini: “Ho disputato meno tornei. E’ stata una stagione lunga e impegnativa. Soprattutto alla fine dell’anno è giusto salvaguardarsi, centellinare gli impegni per non ritrovarsi a corto di energie”, ha dettto Thiem. Un segno premonitore delle frasi del venticinquenne di Wiener Neustadt era stato non vederne comparire il nome in tutte le entry list possibili e immaginabili. Saranno state le prime avvisaglie in carriera che si sono materializzate sotto forma di infortuni e ritiri per malanni improvvisi (come il male alla schiena accusato durante il primo turno di Wimbledon) a far suonare il campanello d’allarme?

GIOCARE MENO E MEGLIO – Anche i dati confermano che Thiem ha razionalizzato il calendario: 82 match disputati nel 2016 (58 vinti, 24 persi), 76 nel 2017 (49 vinti, 27 persi), 63, finora, nel 2018 con 48 vittorie e 15 sconfitte. La folle vita con la valigia perennemente in mano, il passaggio da un fuso orario a un altro completamente diverso, il cambio repentino di superficie, oltre a minare il fisico hanno un risvolto paradossale. Il ranking Atp non si calcola facendo la media aritmetica sui punti raccolti in tutti i tornei disputati in stagione (tanti anni fa, quando si giocava molto meno funzionava così), ma su 18 competizioni: gli Slam, 8 Masters 1000 e sei a scelta. Ciò significa che un tennista come Dominic Thiem, che ha raggiunto picchi di 25 tornei, ha dovuto scartare parecchi punti conquistati sul campo. Attualmente numero 7 Atp, ma ottavo nella race, Thiem non è ancora matematicamente qualificato per le Atp Finals di Londra, in programma dal prossimo 11 novembre. Dalle parole pronunciate a Shanghai, il tennista austriaco conta di far tesoro del fiato risparmiato per centrare la terza partecipazione consecutiva alle Finals: “Spero di farcela, la costanza è fondamentale nel tennis e arrivare fino in fondo in ogni torneo è davvero difficile”, ha spiegato Thiem. L’auspicio è che la decisione di riequilibrare la programmazione sia definitiva e non limitata al 2018. Una annata che, nonostante una pessima stagione su erba e diverse uscite premature sul cemento, è stata significativa per Dominic Thiem: oltre alla seconda finale consecutiva a Madrid (lo scorso anno perse da Rafa Nadal, nell’ultima edizione da Alexander Zverev), è arrivata la prima finale Slam in carriera e Thiem nulla ha da recriminare sulla sconfitta per mano di Rafa Nadal nell’atto conclusivo del Roland Garros. La terra è stata feudo incontrastato dello spagnolo e, nell’ultimo biennio, proprio Thiem è stato l’unico in grado di impensierire e battere Rafa.

LE PROSPETTIVE – Una gestione oculata degli impegni può essere la svolta per la carriera di Dominic Thiem. L’austriaco, grande specialista della terra (superficie sulla quale ha vinto 8 degli 11 trofei sollevati in carriera), ha un rapporto molto difficile con il cemento. Le aperture molto ampie del numero 7 Atp si conciliano meglio con i tempi e i rimbalzi sulla terra di quanto non lo facciano quelli delle superfici veloci. Aggiungiamo anche la posizione molto distante dalla linea di fondo che l’austriaco è solito mantenere, per comprendere quanto spesso si ritrovi a faticare dalle retrovie e perdere quell’incisività che potrebbe recuperare avanzando. Thiem ci sta lavorando e i primi risultati si sono visti a Flushing Meadows, con il primo quarto di finale agli Us Open datato 5 settembre. La strada di Dominic si è incrociata ancora una volta con quella di Rafa e ne è scaturita una partita bellissima, una maratona di 5 set e quasi 5 ore vinta dal maiorchino. Non è probabilmente casuale che a San Pietroburgo Thiem abbia centrato il secondo titolo su cemento e a due anni di distanza dal primo. Gunther Bresnik, storico coach di Dominic Thiem, ha più volte elogiato la disarmante facilità di apprendimento del suo allievo. Non potrebbe essere diversamente, dato che Thiem dal rovescio bimane è passato a quello a una mano e di quel colpo ha fatto il proprio marchio di fabbrica. Le settimane spese a timbrare il cartellino in tutti i tornei sarebbero probabilmente tornate utili a Thiem per sperimentare i meccanismi del gioco su cemento. Ma visti i buoni propositi e le indicazioni arrivate da Flushing Meadows e San Pietroburgo, ci sono il tempo e le potenzialità per recuperare.

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