Toni Nadal: “Grazie, Rafael. Mi hai valorizzato più di quanto meritassi”

Dopo quasi trent’anni di onoratissima carriera al fianco del proprio nipote Rafael, lo “zio Toni” si “dimette” ufficialmente dal ruolo di allenatore del diavolo maiorchino. Il Masters di Londra è stato l’ultimo capitolo di un unione che ha portato Nadal a vincere 16 Slam e 59 tornei in giro per il mondo. Per congedarsi dal circuito ATP e dal nipote (solo per quanto riguarda il ruolo di allenatore, ovviamente), Toni ha scritto una lettera aperta a Rafa, pubblicata sul quotidiano spagnolo El Pais oscillante tra massime, insegnamenti e ringraziamenti, di cui riportiamo qui sotto i passaggi più importanti.

“Sin dall’inizio della carriera tennistica di mio nipote ho cercato di sviluppare in lui un carattere forte e deciso, per affrontare in particolare le difficoltà del tennis, ma anche quelle della vita in generale, con la quale il tennis ha molti punti in comune. Sono stato più fastidioso che gentile, e più esigente che permissivo. Gli ho dato più motivi per essere insoddisfatto che per essere felice, e gli ho sempre lasciato tutta la responsabilità.

(…) È giunto il momento di guardare indietro e ringraziare tutto ciò che questa professione mi ha dato. La mia gratitudine è rivolta a molte persone, più o meno anonime, che mi hanno accompagnato in questo viaggio per molti anni.

(…) Infine, e in un modo speciale, devo ringraziare di cuore il massimo responsabile della mia fortuna: mio nipote Rafael. La relazione con lui è sempre stata stranamente facile visto il mondo in cui ci muoviamo. Grazie alla sua educazione, il suo rispetto e la sua passione, ho potuto trasmettergli il mio modo di intendere questa professione. Grazie a lui ho vissuto esperienze che hanno superato tutti i miei sogni di allenatore. Ho viaggiato al suo fianco verso località incredibili e ho incontrato e conosciuto persone di rilievo, provenienti da molti ambiti. Oggi mi sento molto apprezzato e amato, perché la sua figura ha valorizzato la mia, molto più di quanto meritassi.”

Jacopo Crivellari

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