E’ sempre molto interessante leggere le interviste ed i discorsi di Toni Nadal, che lascia sempre delle riflessioni molto profonde sul tennis, legate per lo più alle tappe della formazione di un atleta. I 27 anni di allenamento con Rafa Nadal rappresentano ora un percorso molto difficile da mettersi alle spalle per Toni, il quale, in un’intervista curata dalla giornalista spagnola Monica Carrillo, ha rivelato alcuni aneddoti di cui prendere nota. Un ricordo del passato, tante volte toccato ma mai abbastanza, saranno sempre gli allenamenti nei quali Toni rendeva le cose più difficili per Rafa, che cominciava ad essere capace di superare le difficoltà già da bambino. “Non mi piace che le cose siano troppo buone. Come disse Quevedo (uno scrittore e poeta spagnolo): “Chi si aspetta che nella sua vita sarà tutto di suo gradimento, avrà parecchi problemi” e io penso che sia così. Inoltre, credo che le persone imparino molto più nella difficoltà che nella facilità, quindi questa è stata la mia idea. Soprattutto che fosse capito anche da Rafael”, assicura il tecnico. “Quando ti abitui a vincere molto, a volte dimentichi i tuoi principi, dimentichi ciò che ti ha fatto vincere. Ecco perché penso che tu debba sempre prestare attenzione a queste cose. Quando Rafa ha guadagnato molto, ricordo che gli ho sempre detto di lavorare maggiormente per prolungare il momento positivo. Poi quando le cose sono andate un po’ male, gli ho detto di allenarsi di più per uscire da questo tunnel il più presto possibile”, afferma Toni, che ha sempre sostenuto che la chiave del successo sia sempre nell’equilibrio tra successo e sconfitta. “Per tutta la vita ho pensato che se non avessimo fatto le cose bene, gli altri sarebbero stati abbastanza bravi da superarci. Il momento storico è stato altissimo, in ogni momento siamo stati molto vicini alla vittoria ma anche molto vicini alla sconfitta “, ricorda Toni, che tra i motivi secondo i quali Rafa Nadal è oggi l’orgoglio e l’esempio di tutti gli spagnoli ha piazzato in cima un altro fattore cruciale per la crescita del campione maiorchino. Qualcosa di semplice, anche se a volte complicato nel mondo dello sport, come il rispetto. “La prima cosa è che il rispetto non è solo con Federer, è un rispetto per tutti. Non capisco un altro modo di intendere il tennis e la vita se non si ha il rispetto per gli altri. Poi, quando sono arrivati i brutti momenti, li abbiamo superati sempre nello stesso modo, attraverso la riflessione e l’accettazione delle avversità “, ha continuato lo zio dell’attuale numero 1 del mondo. “Rafa ha vissuto quella maturità emotiva come qualsiasi altro tennista. Quando è su un campo da tennis e ci sono 25.000 persone che guardano, è chiaro che si tratti di qualcosa di molto speciale. Ma quando lascia la pista, è una persona totalmente normale. Non ho mai provato a fare di Rafael un esempio, ho solo provato a non renderlo mai un cattivo esempio “, ha concluso Toni Nadal.