Toni Nadal sicuro: “Nick Kyrgios il più amato dalle nuove generazioni”

Australia's Nick Kyrgios wears a shirt as a tribute to Kobe Bryant as he warms-up for his fourth round singles match against Spain's Rafael Nadal at the Australian Open tennis championship in Melbourne, Australia, Monday, Jan. 27, 2020.(AP Photo/Andy Wong)

Chi sarà o chi saranno gli eredi di Roger Federer, Novak Djokovic e Rafael. Nadal? Una domanda che in molti si fanno – ormai da parecchio tempo – ma ancora senza una riposta precisa. I paragoni tra le nuove generazioni e i fab3 si sprecano ma senza mai riuscire a trovare un vero e proprio erede designato.

A fare un po’ di chiarezza ci ha pensato Toni Nadal, zio del maiorchino ma soprattutto direttore del torneo di Maiorca, il primo appuntamento in Europa al quale prenderà parte Nick Kyrgios dopo oltre un anno di “fermo” in Australia a causa della pandemia di covid-19.

Facile intuire, quindi, che sia proprio il tennista di Canberra ad essere incoronato dal neo allenatore di Felix Auger-Aliassime come colui che erediterà il testimone dai tre campioni: “È una star nel circuito ATP” ha raccontato. “Penso sia il più amato dalle nuove generazioni oltre ad essere uno dei più seguiti dal pubblico“. Poi precisa: “Ovviamente, per il momento, dopo Federer, Nadal e Djokovic“.

La sua partecipazione è una notizia davvero importante e bellissima per noi” ha raccontato ancora Toni Nadal, che negli ultimi anni si era dedicato esclusivamente al ruolo di direttore della Rafa Nadal Academy, per poi continuare: “Spero che la sua presenza nell’isola sia una buona occasione per avvicinare le persone al tennis e spingerli a seguire i match“.

Nick Kyrgios resta comunque uno dei tennisti più discussi per i suoi atteggiamenti spesso oltre le righe. Comportamenti che potrebbero anche aver influito negativamente sul suo gioco non permettendogli di esprimere tutto il proprio potenziale. I suoi miglior risultati in campo – in particolare per quanto riguarda i tornei Slam – si fermano all’approdo ai quarti di finale raggiunti agli Australian Open e a Wimbledon.

Senza peli sulla lingua, abituato a dire sempre quello che pensa senza filtri, il 26enne si Canberra si è “guadagnato” l’appellativo di bad boy dimostrando però, in più di una occasione, di non meritarselo. Oltre alla sua fondazione si è spesso speso in prima persona per aiutare chi si trova in difficoltà.

 

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