In un’intervista al sito spagnolo La Vanguardia, Toni Nadal ha finalmente fatto chiarezza sul suo rapporto di lavoro con il nipote, rivelando alcuni dettagli importanti. Qual è dunque la situazione? Continuerà a seguire Rafa direttamente o no? “Né sì né no. Io ho sempre detto la stessa cosa. Non ho mai dichiarato quello che è stato scritto. La cosa è molto semplice. Ero in un meeting con altri coach e mi hanno chiesto della mia Academy di Manacor. Io ho sempre detto che sarei stato maggiormente coinvolto e che l’anno prossimo mi sarebbe piaciuto esserlo ancora di più. Qualcuno mi ha chiesto: ‘Allora non vuoi viaggiare più con Rafa? Ma io non ho risposto. E non ho mai detto a quel giornalista che nel team avevo meno peso decisionale”, ha ribadito Toni riferendosi alle sue dichiarazioni rilasciate a Budapest all’inizio di febbraio.
“Ero con Magnus Norman, allenatore di Wawrinka. Hanno chiesto a Norman: ‘Chi decide come pianificare le sessioni di allenamento?’ e lui ha risposto: ‘Il giocatore’. Io ho detto la stessa cosa, aggiungendo: “Il mio caso è diverso, perché sono stato con Rafael per tutta la vita“. Quando era piccolo, io decidevo tutto. Ma quando Rafael cresciuto, altre persone sono state coinvolte. Suo padre, il suo agente… ma è normale. Non mi importano i numeri, non so quanto costi andare a un torneo, non conosco le relazioni con la stampa. Le gestisce l’addetto stampa, per esempio. Questo è tutto quello che ho detto. Il mio lavoro nel tennis è quello di sviluppare il giocatore. Chiunque può allenare Djokovic, Federer, Murray e Rafael. È ovvio che, nonostante si decida meno, le cose possano andare bene. E poi ho detto la verità. Ho la mia età. Rafa è ben seguito da Francis (Roig) e Carlos (Moya). Mi piace più di tutto stare in accademia. E questo è tutto. Poi, se il prossimo anno Rafa mi chiederà di stare con lui a Monte Carlo o a Parigi, accetterò. O se gli altri non ci saranno, lo farò io”.
Quindi la situazione potrebbe essere la stessa di sempre? “Di sempre no. Non è la stessa cosa trascorrere con Rafael due settimane all’anno invece di 22. Così, quando sarà a casa lo allenerò come ho fatto quest’anno”.
Ma al di là del ‘nuovo’ rapporto professionale tra i due, Toni Nadal ha parlato anche del livello del nipote durante ultimi tornei e dei suoi sentimenti per il 2017. “Non ci aspettavamo di andare così lontano in Australia, anche se quando abbiamo preso l’aereo eravamo consapevoli di essere ben preparati. La sensazione della palla era molto buona e non c’erano problemi fisici. L’idea era di fare un buon torneo” ha detto Toni, che preannuncia un grande 2017.
Nonostante gli ultimi anni non sia andata bene, Nadal e la sua squadra non hanno infatti mai smesso di essere ottimisti. “Ci sono un sacco di aspettative per quest’anno. Se non si ha più fiducia, allora è meglio chiuderla. Nella vita bisogna credere in se stessi più di ogni altra cosa, anche quando si hanno dei dubbi e ci si chiede se si riuscirà mai a tornare. Nel caso di Rafael, diversi infortuni lo hanno influenzato mentalmente. L’anno scorso, dopo aver avuto problemi con le corde, ha giocato molto bene a Monte Carlo e a Barcellona, poi si è fatto male al polso, cosa che è stata cruciale.”
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