Toni Nadal: “Rafael dopo il Roland Garros può rivincere a Wimbledon”

Lo zio ed ex coach del 18 volte campione nei tornei del Grand Slam è felicissimo del risultato a Parigi del nipote, che da due anni esprime un ottimo tennis anche all'All England Club e che quindi avrà per Toni buone chance di alzare di nuovo il trofeo più ambito, che a casa Nadal manca dal 2010.

Sul “The National”, quotidiano di lingua inglese pubblicato ad Abu Dhabi, è oggi apparsa l’intervista di Toni Nadal, zio e storico allenatore di Rafa fino alla fine del 2017. Toni, dopo il 12esimo successo del nipote al Roland Garros guarda al futuro con la calma di chi sa godere di un trionfo così importante dopo i 33 anni compiuti dal suo pupillo. Perché ha un fascino più forte tutto ciò che può finire, e in pochi avrebbero pronosticato una carriera così duratura ad alti livelli per il campionissimo maiorchino. C’è poi la fiducia ritrovata dal clan Nadal, che permette all’ex coach di sbilanciarsi in una dolce previsione: per il 58enne iberico, infatti, dopo l’ottavo di finale e la semifinale delle due stagioni passate, Rafael Nadal potrà puntare a tornare al successo a Wimbledon, che manca oramai dal 2010.

SOGNANDO UN NUOVO TRIONFO“Quando l’ho incontrato, gli ho detto: “Credo che tu possa vincere di nuovo quest’anno”.” Non si nasconde Toni Nadal, dopo il 18esimo Major conquistato ieri dal nipote. Nel giardino di più famoso del mondo, Nadal aveva iniziato la sua carriera in maniera straordinaria, con cinque finali, di cui due vinte (2008 e 2010), nelle prime sei apparizioni, tra il 2005 e il 2011. La “maledizione” sull’erba è iniziata l’anno successivo, con un solo ottavo di finale raggiunto (e perso), nelle successive quattro partecipazioni tra il 2012 e il 2016. La fiducia di Toni, evidentemente, non viene però solamente dall’ennesima “Coppa dei Moschettieri”, messa in bacheca dal campionissimo mancino. Lo zio non dimentica infatti, come il nipote, le ultime due campagne in Gran Bretagna, con l’ottavo perso da Gilles Muller e la semifinale da Novak Djokovic, sconfitte arrivate entrambe al quinto in formato “long set”, 15-13 contro il lussemburghese, 10-8 contro l’attuale numero 1 del mondo. Il focus è soprattutto sul 2018: “Lo scorso anno ci è andato veramente vicino, penso abbia avuto la possibilità di vincere. Voglio sperare che quest’anno sia possibile”. Non si lascia trasportare però Toni, negli anni sempre realista, quasi crudo con Rafa e la sua situazione: “So che ci sono Federer, Djokovic, Thiem, ed altri grandi giocatori. Ma ottenere risultati senza avere fiducia è impossibile, e lui lo sa.” Lo sa di sicuro, si può dire. E di fiducia, ora, ne ha anche tanta, la leggenda spagnola. Perché Nadal, che è venuto fuori da mesi per lui molto difficili anche sulla sua amata terra battuta, ha ritrovato la piena gioia nell’allenarsi e nel competere, e se il fisico lo aiuterà, dopo i tanti infortuni sulle superfici veloci negli ultimi 18 mesi, può ovviamente essere pericolosissimo, come lo scorso anno.

Spain's Rafael Nadal holds the Wimbledon Trophy after beating Czech Republic's Tomas Berdych 6-3, 7-5, 6-4, in the Men's Singles Final at the Wimbledon Tennis Championships at the All England Tennis Club, in south-west London, on July 4, 2010. AFP PHOTO/ADRIAN DENNIS (Photo credit should read ADRIAN DENNIS/AFP/Getty Images)(Photo Credit should Read /AFP/Getty Images)
Spain’s Rafael Nadal holds the Wimbledon Trophy after beating Czech Republic’s Tomas Berdych 6-3, 7-5, 6-4, in the Men’s Singles Final at the Wimbledon Tennis Championships at the All England Tennis Club, in south-west London, on July 4, 2010. AFP PHOTO/ADRIAN DENNIS (Photo credit should read ADRIAN DENNIS/AFP/Getty Images)(Photo Credit should Read /AFP/Getty Images)

SCUOLA NADAL – Ora però bisogna sapersi godere il momento: “Sappiamo che ogni anno è sempre più difficile ottenere risultati. È stata dura con Thiem e ogni anno ci sono giocatori di nuova generazione in grado giocare ad alti livelli. Loro sono forti e Rafael è ogni anno più vecchio. Non è facile, ma stiamo a vedere”. Ed è proprio per questo che ora tutto il clan Nadal, Carlos Moya compreso, evita l’argomento del record di successi negli Slam, con Roger Federer mai così vicino a quota 20. Per Nadal si tratta solo di motivazione in più, non certo ossessione, e lo zio puntualizza: “L’importante è avere ancora il titolo del Roland Garros qui con noi, poi nelle prossime settimane sono sicuro che Rafa penserà anche al fatto di essere “solo” a due di distanza da Federer”. Come in 12 degli 15 anni però, si celebra quello che è, non quello che potrebbe essere tra un mese. E i fatti ci dicono che la leggenda di Nadal è sempre più grande, ed è sempre più difficile celebrarla. Una leggenda per cui: “Determinazione e resilienza sono tratti innati”, aggiunge Toni, “Picasso disse: “Quando ho l’ispirazione devo per forza mettermi a lavoro”, ed è così per artisti, giornalisti e sportivi. L’ispirazione può esserci un giorno, ma è l’etica del lavoro che conta. Quando lui era giovane ricordo che per me ogni allenamento era come fosse l’ultimo, perché non posso immaginare la vita se non con questa dedizione, specie nel lavoro. È questo che ha fatto per così tanti anni“. L’accento, poi, va sulla parola talento, che non può comunque passare passare in secondo piano, anche se si parla di un tennista, la quale componente mentale da sempre fa la differenza. Toni, che in questo punto ha sempre difeso il fresco 33enne, semplifica: “Il talento è grande quando colpisci dritti e la loro parabola termina sulla riga”. Ma il talento di Rafa Nadal si vede anche nei 23 punti vinti su 27 discese a rete, simbolo della sua evoluzione, del suo tennis offensivo che ieri ha piegato un Thiem sparito dal campo dopo il secondo set. Nadal è stato costretto ed avanzare il suo raggio d’azione negli anni, per risparmiare energie, per non chiedere al corpo ciò che questo non poteva più. Ma il carattere certamente “forzato” di tale cambiamento non può voler dire minor dignità. L’attributo che gli si assegna è infatti la sintesi delle parole del suo storico coach. Perché anche quando una metamorfosi diventa doverosa, bisogna avere i mezzi per conseguirla, meglio ancora se innati, come il rifiuto della resa davanti al tempo che passa e il talento. Quel talento che, al di là dell’ambizione e della fiducia, permette che la pallina rimbalzi due volte senza che l’avversario arrivi in tempo. Permette di riscrivere il proprio destino anche quando sembra preannunciato, e permette, nel caso di Nadal, di continuare a scrivere pagine di storia del tennis. Proprio con queste premesse e leggendo questi numeri Toni Nadal, e probabilmente tutto il team, guarda con coraggio a Wimbledon. Effettivamente lo spagnolo ci arriva con qualche partita in meno giocata rispetto agli ultimi due anni, avendo saltato Miami e avendo perso anche tre semifinali sulla terra battuta. L’unica cosa che si può affermare è che Nadal arriva nelle migliori condizioni possibili ai Championship. Per fare previsioni concrete è troppo presto, bisognerà verificare il riadattamento e la tenuta del suo fisico su una superficie non esattamente clemente. Per lui più che per gli altri favoriti conterà il tabellone, non solo per il rischio di incontrare nella prima settimana specialisti dell’erba o servitori in grado di togliergli ritmo, ma anche per vedere quanto tempo trascorrerà in campo prima di arrivare eventualmente alle fasi decisive del torneo. Lo scorso anno, a Wimbledon, la battaglia con Juan Martin Del Potro gli tolse tante energie, così come le ore trascorse in campo con Khachanov, Basilashvili e poi Thiem lo portarono al ritiro in semifinale allo Us Open.

Nadal volée RG2019
Nadal volée RG2019
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  1. Potrebbe avere ragione perche a parte Nadal Djokovic e Federer e forse Tsitsipas ( l’unico outsider che vedo bene x essere una sorpresa) non vedo altri che possono ambire al titolo quindi tutti i torti non li ha……..

    1. Luka Radjenovic ….si ma Anderson e Isner sono mesi che nn giocano Kyrgios è matto Kachanov non lo vedo bene sull erba ….idem Raonic Thiem non lo vedo da erba…Cilic è in calo ….saranno loro 4 i papapili

  2. La chiave può essere questo rovescio stretto giocato così vicino al campo e così in anticipo. Sono due anni che, al netto degli infortuni, sta avendo degli ottimi risultati sul veloce. Merito dei miglioramenti al servizio, al rovescio, come detto, e all’attenzione che mette nel gioco a rete. Non parte come primo favorito ma può dire la sua.

  3. è un po’ più difficile,ma ha buone possibilità anche perchè l’ha vinto 2 volte e ci ha fatto altre due finali,ma bisogna vedere quale sarà la condizione di Federer e diokovic;ma sono possibili anche degli outisider come TSISIPAS e Berrettini.

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