Top 100: una classifica che parla spagnolo, francese, un po’ italiano e…

Viaggio alla scoperta dei più forti tennisti presenti nella Top 100, suddivisi per nazionalità.

Anno nuovo, vecchie abitudini.
Si torna carichi per spiegare con i numeri quello che l’occhio non vede.
O quello che non vorrebbe vedere…

C’è una statistica molto interessante, che merita un approfondimento: quanti e quali giocatori sono stati presenti negli ultimi 5 anni nella top 100, suddivisi per nazionalità.

Let’s start.
“Franca o Spagna, purché se magna”, pare che dicesse il Gucciardini già 400 anni fa, e in effetti, iniziando ad analizzare la classifica, le due nazioni fanno la voce grossa.

Sia la Francia che la Spagna hanno infatti “piazzato” negli ultimi 5 anni 53 giocatori in top 100.
Il 2019 ha visto prevalere i galletti d’Oltralpe con 12 giocatori, fra cui spicca Monfils, in top 10, Pouille, Paire, il ritorno di Tsonga, e i sempreverdi Mannarino, Chardy e Simon.

La Spagna è campione di regolarità, negli ultimi 4 anni 10 giocatori, poi 8, poi 10 poi 10.
Il 2019 ha visto l’ascesa al trono di Sua Maestà Nadal V, supportato dai fedeli scudieri Bautista-Agut, Carreno-Busta, Ramos-Vinolas, con maestri Jedi pronti a dare man forte con la loro esperienza, come Verdasco, 49° posizione, e Lopez, 62°, e il grandissimo Andujar, che pochi considerano, ma che è tennista dotato e soprattutto uomo dalle qualità morali altissime.
Uno dei miei preferiti, e non scherzo stavolta.

La scuola statunitense ha un po’ perso lo smalto, anche se negli ultimi 3 anni ha avuto una degna schiera di giocatori.
Caratteristica essenziale, tirare comodini.
Isner, Opelka, Querrey, Fritz.
Tiafoe è arrivato a dare supporto, e per il rotto della cuffia rientrano anche baffo Johnson e Paul.
Aspettiamo tutti con simpatia il ritorno di Jack Sock, che attualmente ha i miei stessi punti ATP.

Capitolo Italia.
Roba di cui essere orgogliosi.
Questo 2019 ha visto un’impennata degli azzurri presenti in top 100, ben 8, dopo anni dove c’erano i soliti noti a tenere in piedi la baracca.
Vanno citati e applauditi tutti, vabbè quasi tutti.
Berrettini guida la schiera dei supereroi nostrani; poi c’è Fognini, uno di quelli che deve fare di più ora che ha anche un’altra bocca da sfamare; Sonego, di cui si parla poco, ma che ha fatto una stagione super.
Cecchinato, un altro che ha molto da recriminare e deve dimostrare, prima di tutto a sé stesso, che il 2018 non è stato ‘n foco de paja.
Seppi, che è come dire usato garantito, e poi Sinner, che trasforma carote in banconote, e poi Travaglia e Caruso, onesti comprimari che però hanno il merito di farsi valere nei tornei minori.
Bravi ragazzi, il 2020 promette benissimo.

La classifica continua, e si può notare come Argentina e Australia siano lì, a fare bella mostra.
L’Australia è una fucina di campioni, e anche se Hewitt ha appeso la racchetta al chiodo, la tradizione continua: De Minaur ormai non vende sogni ma solide realtà come Roberto Carlino, Kyrgios è meravigliosamente Kyrgios, e gli altri, a partire da Millman, si stanno facendo, e a breve spiccheranno il volo.

Schwartzman e Pella guidano l’albiceleste tennistica, con Londero, Delbonis e Mayer già con le scarpe sporche di terra rossa prima ancora di ricominciare la stagione.
Squadra di lottatori quella argentina, e squadra che vince non si cambia, al massimo si amplia.

Kyrgios Acapulco 2019

C’è poi la Germania, che ha messo in questo 2019 4 giocatori in top 100, e deve un po’ ritornare ai vecchi fasti.
Zverev è l’anima della squadra, Koepfer non sa nemmeno lui (forse) cosa ci faccia lì.
Kohlschreiber è un vecchio aficionado, Struff un discreto prospetto.
Peccato non ci sia più Florian Mayer, che col suo rovescio in salto deliziava le platee.
Ok, forse solo me, ma insomma, era bravo.

La Serbia avrebbe diritto di essere in questa classifica anche con un solo nome, abbastanza ingombrante: Djokovic; invece è bello vedere come stiano trovando spazio giocatori più che validi come Djere, Lajovic, Kecmanovic e Krajinovic.

La Croazia avrebbe diritto di essere in questa classifica anche con un solo nome, abbastanza ingombrante: Karlovic.
Perdonate la battuta, ma Ivone è giocatore simpatia, ha quasi 41 anni e si diverte come un adolescente, è un gigante buono.
E comunque è accompagnato da Cilic, che mi dicono giochi ancora, e da Coric, special guest a “Chi l’ha visto?” nella seconda parte del 2019.

Canada presente con Raonic, bravo a fare video su Youtube in cui dispensa consigli sul servizio, meno in campo vista la sua latitanza causa problemi fisici, e soprattutto presente con Shapovalov, pronunciato Sciapolavolavovalov, mancino terribile che in giornata rende la vita ai suoi avversari più complicata che pronunciare correttamente il suo cognome.
Auger-Aliassime ci prova ad avere uno scioglilingua al posto del cognome, ma noi lo segnaliamo soprattutto per gli sprazzi di classe che ha dimostrato di avere.

Scorrendo la classifica ci sono presenze sparse di varie nazioni, come il Cile, la Gran Bretagna, orfana di Sir Andy Murray, il Kazakistan, orfano di Borat ma con un Bublik che fa ridere lo stesso con i suoi numeri da circo, fino ad arrivare alla Svizzera.

Terra rigogliosa, dove nascono le banche dagli alberi e che Dio ha scelto come luogo perfetto per far nascere e crescere il Signore del Tennis, quello con la T maiuscola.
E non parlo di Wawrinka, ma di Federer.

Incredibile, a Londra non si gioca da quel giorno di Luglio causa maltempo, la finale di Wimbledon deve ancora essere disputata, ma Roger sarà pronto a vincerla.

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