Torna in campo Daniele Bracciali, ripartendo dal suo doppio

Il primo turno giocato a Istanbul sancisce la fine delle sofferenze di Daniele Bracciali, che dopo un lungo periodo di battaglie giudiziarie è tornato a calcare i campi da tennis del circuito. Ora, a 40 anni compiuti, c’è spazio per ricominciare da capo?

SEE YOU AGAIN – Dopo un intero anno quasi digiuno da attività agonistica, Daniele Bracciali è tornato a esibirsi in un torneo del circuito maggiore. In coppia con il tunisino Malek Jaziri il tennista di Arezzo, ormai quarantenne, ha chiesto e ricevuto una wild card per il TEB BNP Paribas Istanbul Open, il Master 250 della capitale turca; il percorso della coppia, però, è terminato ancor prima di iniziare, con la sconfitta per 64 62 arrivata per mano di Nestor/Cerretani. L’ultima apparizione di Daniele sul massimo palcoscenico del tennis risaliva al 2015, quando, in tandem con Jesse Huta-Galung, uscì al primo turno degli Australian Open perdendo da Chardy/Kubot. Dopodichè, l’assenza forzata dalle competizioni internazionali, interrotta solo da qualche sporadico match Futures e dalla partecipazione al Challenger di Bergamo – una decina di partite in totale.

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LE VIE LEGALI – Ripercorriamo il fattaccio: quasi tre anni fa, il 6 agosto 2015, in seguito all’accusa di match fixing, Bracciali insieme all’amico, compagno di doppio e di allenamenti Potito Starace (poi assolto), viene multato e radiato dalla FIT, per un periodo ridotto a 12 mesi dopo quattro appelli. Rinviato a giudizio nell’autunno 2016, insieme a sospetti complici, per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, viene sospeso da ogni competizione nell’ambito del circuito ATP. L’allontanamento dalle gare non si estendeva ai tornei organizzati dal circuito ITF, che, infatti, Daniele ha continuato a giocare. Quello del tennis-scommesse è stato uno dei momenti di maggiore scandalo vissuti dal movimento azzurro, dal momento che anche i nomi di Filippo Volandri, Andreas Seppi e Simone Bolelli vennero in qualche modo accostati alla vicenda. Il provvedimento si è concluso solo lo scorso gennaio, con l’assoluzione di entrambi i tennisti. Dopo la lettura della sentenza Starace ha annunciato il suo ritiro dall’attività agonistica, all’età di 36 anni, deluso dagli strascichi della faccenda e ormai impegnato con l’accademia che gestisce a Roma.

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Ora che è arrivato al dunque, Braccio ci vuole riprovare. Lungo il corso della vicenda aveva sempre manifestato la volontà di tornare a competere, se tutto si fosse risolto per il meglio. Per ragioni anagrafiche il periodo non è dei migliori ma, specie in doppio, l’esperienza insegna che la carta d’identità non è tutto. Ricevuto qualche aiuto dal sistema di protezione del ranking, che è rimasto congelato al n. 86, l’azzurro ha già messo qualche match nelle gambe quest’anno, ma sta ancora cercando un compagno – e un progetto – a lungo termine.

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