IL PRIMO TROFEO CHALLENGER E L’AVVICINAMENTO ALLA TOP 100 – Domenica 10 settembre. La data che forse ha segnato la svolta nella carriera di Stefanos Tsitsipas, ha avuto come scenario Genova, città nella quale il diciannovenne tennista greco ha vinto il suo primo torneo Challenger. E con i punti conquistati in Liguria è partita la marcia di avvicinamento alla top 100. Stefanos è consapevole dell’importanza del trofeo portato a casa, senza lasciare per strada nemmeno un set. “Uno degli obiettivi della stagione era proprio quello di portarmi a ridosso dei primi cento”, con queste parole, raggiante, ha commentato a caldo la finale vinta contro lo spagnolo Guillermo Garcia-Lopez, numero 104 Atp. Grazie al torneo di Genova, Tsitsipas è il centoventesimo tennista al mondo. Ma è ovvio che le ambizioni sono rivolte ben oltre: “Entro la fine dell’anno conto di aggiudicarmi un altro Challenger, per mettere in cassaforte l’accesso di diritto nel tabellone principale agli Australian Open”, ha aggiunto Tsitsipas. Nel 2017 il cammino dell’ellenico negli slam si è interrotto due volte alle qualificazioni (Australian Open e Flushing Meadows) e le altre due al primo turno. Nato ad Atene il 12 agosto 1998 da padre greco e madre russa, Tsitsipas è stato numero 1 a livello juniores e con la vittoria di categoria in doppio a Wimbledon 2016 è stato il primo tennista greco nella cosiddetta era open a sollevare la coppa in uno slam. Il suo è un gioco votato all’attacco a rete. Elegnte e veloce nei movimenti quanto nei colpi, si apre il campo con tutti i fondamentali e tra questi non passa inosservato il rovescio a una mano. Idolo tennistico? Roger Federer. Per quanto i paragoni con il campione svizzero siano del tutto prematuri, Stefanos ha le idee chiare sulle proprie potenzialità: “Posso far parte dei giocatori che rappresenteranno il tennis del futuro”, ha detto sempre dopo la vittoria sulla terra di Genova, in una intervista che è stata pubblicata nel sito Atp. Riflessioni, quelle di Tsitsipas, che non scalfiscono l’umiltà e gli atteggiamenti sempre molto composti e controllati in campo. Tutti lo hanno visto a Rotterdam (dove entrò nel main draw grazie a una wild card), non fare una piega mentre nel primo set metteva in seria difficoltà Jo-Wielfried Tsonga per cedere poi alla distanza alla maggiore esperienza del francese. A Tsitsipas occorre appunto farsi le ossa nel circuito Atp per essere in grado di gestire i momenti delicati dei match e mettere a segno i primi colpi importanti. I Challenger sono utili per il passaggio di transizione tra la categoria juniores e il circuito professionistico. E l’Atp Challenger Tour è stato la fase che ha preceduto gli expolit di tre giocatori dei quali si parla tanto in queste settimane.
GLI ESEMPI DI CARRENO BUSTA, SHAPOVALOV E TIAFOE – Lo spagnolo fresco semifinalista agli Us Open e che questa settimana è entrato in top ten, fino a tre anni fa era un assiduo dei Challenger. Denis Shapovalov è lanciatissimo verso la top 50, ma prima di battere Del Potro e Nadal a Montreal e arrivare agli ottavi di finale a Flushing Meadows, aveva guadagnato punti fondamentali a Gatineau e Drummondville. Frances Tiafoe (attuale ranking, 71), “giustiziere” di Alexander Zverev a Cincinnati e che ha portato Roger Federer al quinto set agli Us Open, poteva contare sulle posizioni guadagnate con la vittoria di Aix-en-Provence.