Il tennis dei nostri tempi ha comportato enormi miglioramenti sotto diversi aspetti. Non solo le racchette, ma anche la fisicità e la velocità. E anche gli allenamenti e le tecniche di studio di questi determinati aspetti hanno fatto passi in avanti notevoli. Uno degli aspetti che più viene studiato da tecnici e allenatori è il footwork, il gioco di piedi. Considerato come il segnale di qualcosa che funziona o di problematiche. Un articolo di Punto de break è entrato più nel dettaglio dell’analisi di questo aspetto.
TERMOMETRO TECNICO – La base di tutto è un interessante reportage di WTA.com, che ha ricompreso le testimonianze di allenatori e giocatori, a dimostrazione di come il gioco di piedi sia la base di uno stato di forma positivo. Rob Steckley, allenatore di Lucie Safarova lo ha definito “termometro tecnico”: «è una delle prime cose su cui si deve prestare attenzione. Dice molto sullo stato del giocatore. Un ottimo footwork permette di coprire meglio il campo, colpire prima e generando più potenza. Dà fiducia al giocatore e ne plasma la personalità. Se guidato in maniera corretta, un giocatore può crescere molto così. Le basi sono ottime, se c’è movimento e reazione giusta». Ma come si migliora il gioco di piedi? Con la ripetizione continua e con la simulazione delle situazioni di gara: «si dovrebbe sviluppare il footwork già nell’età infantile ma, purtroppo, spesso viene sottovalutato. In età adulta è più difficile da correggere. La cosa fondamentale è concentrarsi sulla ripetizione veloce dei movimenti, per generare memoria muscolare. Tutto questo aiuta nella coordinazione mentale e negli schemi usati nei vari momenti della partita».
DAI PIEDI ALLA TESTA – Anche Maria Kirilenko, ex numero 10 al mondo WTA sottolinea l’importanza del gioco di piedi: «tutto viene dai piedi, se si commettono tanti errori in un match, potrebbe proprio essere perché le gambe non stanno rendendo, e quegli errori non hanno nulla a che fare con il resto della tecnica. Muovendo i piedi bene, nella giusta velocità e posizione, si possono eliminare molti errori». La stessa ex giocatrice russa sottolinea poi cosa va tenuto in considerazione: «ogni superficie va considerata diversamente. I primi tre passi devono essere veloci, dopodiché si può entrare in posizione velocemente. Poi succede che alcuni giorni ci si sente scattanti, altri giorni lenti e pesanti. Sull’erba ti muovi bene ad inizio dei tornei, ma devi fare attenzione a non scivolare. Sul cemento ti senti sicuro con più presa. Sulla terra c’è maggior rischio di un movimento brusco e di scivolare». Hanno chiuso l’analisi anche le parole della leggenda femminile Steffi Graf, il cui gioco è stato semplice ed efficace: «essendo il dritto il fondamentale con cui riuscivo a vincere le partite, ho sempre lavorato duramente con il mio gioco di piedi per evitare che la mia avversaria potesse giocare sul rovescio».
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