US OPEN – E’ tempo di domande. Proviamo a mettere il naso nel tabellone maschile per capire chi (Federer) e perché vincerà l’ultimo Slam del 2014

Il major americano entra nel vivo tra vecchie certezze e fiochi barlumi di novità.

Se diciamo sonnecchiante, esageriamo. In fondo qualcosa di sorprendente l’abbiamo vista, specie tra le donne, dove son saltate prematuramente gente come Radwanska e Ivanovic al cospetto di giocatrici sulla carta poco meno che innocue.

Tra gli uomini, per trovare una testa di serie saltata, bisogna sbirciare il tabellone col lanternino e arrivare addirittura al n. 21 del ranking, dove si colloca tale Mikhail Youzhny, battuto al primo turno dal caldissimo Nick Kirgyos, non certo una sorpresa.

Insomma per farla breve non sono stati giorni particolarmente esaltanti. Noi “malati” di tennis facciamo comunque la notte per vedere una rimonta di Masha o ammirare le danze di Geniè Buchard, ma al momento le partite memorabili le stiamo solo pre-gustando. D’altronde parliamo di cemento, superficie fedele ai valori e poco incline a far da scenario a colpi di scena improbabili, di tabelloni a 128 posti e con ben 32 teste di serie.

E allora approfittiamo di questa fase interlocutoria per fare dei pronostici, e se dobbiamo farli facciamoli bene, in modo diretto e deciso, senza equilibrismi, oserei dire, con un pizzico di sana presunzione, limitandoci per il momento agli Uomini.

Roger, ora o (forse) mai più. E’ da un pò che tutti ci chiediamo se Federer possa vincere ancora (e quando) uno Slam. Direi che dal suo ultimo trionfo (Wimbledon 2012) non ha mai avuto così tante possibilità di farcela come adesso. E’ in grande forma, lo dimostra l’ottima estate americana. Non ha Rafa Nadal tra i piedi per i noti (?) problemi fisici che lo attanagliano. Andy Murray non è al momento alla sua altezza come livello di gioco; escluderei che possa sprintare e ritrovare la sua massima brillantezza nei prossimi giorni. E’ un fuoriclasse, ma se non sta in tutto e per tutto al massimo, vale i primi 20. Per battere RF ha bisogno di essere al 100%; in questo momento non è aria, nemmeno sulla distanza del 3 su 5.

Non mi dite che esiste il pericolo Raonic! Il canadese è stato sempre battuto ed ultimamente quasi deriso da Re Roger, che si trova particolarmente bene a rispondere alle fiondate del gigante Milos. Peraltro Federer sarebbe ben felice di ritrovarselo in finale: significherebbe che Nole sarebbe fuori dai giochi. Poi c’è da tenere d’occhio l’altro svizzero, Stan Wawrinka. Grande stoffa, ma dopo l’Australian Open e Montecarlo è un pò calato, dimostrando di non essere in grado di mantenere quella continuità Monstre, prerogativa dei campionissimi. Ed infine c’è lui, il Serbo, il n.1 del seeding e del ranking Atp, Novak Djokovic. Questo è l’unico giocatore contro il quale oggi come oggi Roger scenderebbe in campo da sfavorito, sempreché sia quello vero, in versione Wimbledon 2014 e non quello farlocco che abbiamo “ammirato” nei tornei di Toronto e Cincinnati. Undici games persi nei primi due turni, anche se con avversari tutt’altro che di grido, sono un buon biglietto da visita, ma il cammino verso l’eventuale finale è per lui irto di difficoltà, dal momento che tutti i “pericoli” prima citati, Wawrinka, Raonic, Murray, si trovano nella parte alta del tabellone. Roger Federer invece ha delle praterie ad attenderlo; i più grossi ostacoli tra lui e la finale sono (teoricamente) gente come Ferrer o Dimitrov, insomma roba che in uno slam, di questi tempi, non si discute. Si vince e si va avanti, se ti chiami Federer.

Si ma qualcuno dice “c’è Fognini agli ottavi”. Vedremo! Per il ricambio generazionale, pare ci sia ancora da attendere. La pattuglia di emergenti si infoltisce, ma se parliamo di vittoria in uno Slam, siamo fermi ai nomi storici. E allora Roger, se vuoi mettere un altro tassello, è proprio il caso di esclamare: ora o mai più!

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