La pioggia, piovuta per tutta la durata del match, ha costretto la chiusura del tetto dell’Arthur Ashe, come se fosse arrivata proprio perché si evitasse che anche un singolo secondo di questo attesissimo match, intriso di fascino fino all’orlo, andasse perso tra le nuvole nere di Flushing Meadows. Federer – Del Potro era senza dubbio la partita più attesa del torneo (almeno fino ad ora), sia per come si è arrivati a giocarla, che per la bellezza che porta con sé questa rivalità tennistica storica. La sfida tra i due, oltre ad essere la “rivincita” della finale 2009 (in cui a spuntarla, per i pochi che non se lo ricordassero, fu l’argentino in cinque set epici) è stata uno scontro tattico, mentale e, perché no, anche fisico (vista la condizione non perfetta di entrambi). I precedenti sorridevano a trentadue denti a Federer, che in ventuno scontri, senza calcolare quello di stasera, aveva perso solo cinque volte; l’ultimo incrocio risale a Miami 2017, nel quale lo svizzero si impose per due set a zero. L’unica volta che si sono incontrati sul cemento di Flushing, però, a vincere fu proprio DelPo, nella finale di cui sopra.
PRIMO SET – Il primo aspetto da valutare è stato senza dubbio quello che riguardava le condizioni fisiche di DelPo, che dopo la straordinaria impresa in rimonta contro Thiem è sembrato aver recuperato totalmente dall’influenza che lo ha afflitto nei primi due set di quel match. Anche Federer è riuscito ad arginare i problemi alla parte bassa della schiena che lo avevano costretto a chiedere un Medical Time Out anche nello scorso match, vinto in tre set contro Kohlschreiber. Già dal primo game si è visto come lo svizzero volesse variare spesso la tattica, senza dare punti di riferimento all’argentino, ed evitare così che quest’ultimo prendesse fiducia e si appoggiasse al suo dritto (elogiato dallo stesso Federer con un tweet di ieri). Del Potro, di contro, ha cercato di palleggiare il meno possibile, riuscendo a trovare prime su prime con le quali chiudere velocemente il suo turno di servizio (finirà il set con una percentuali pari al 78% di prime in campo). Per vedere la prima palla break è stato necessario aspettare ben undici giochi: un Federer evidentemente teso e insicuro, ha concesso il break point a causa di un doppio fallo sul 30-30, dopo che Del Potro si era trasformato in Del Thortro (come lo ha definito lo stesso svizzero) con un diritto colpito col martello, andato a finire perfettamente al centro della riga di fondo campo. È poi un gioco da ragazzi per DelPo mantenere il turno di battuta decisivo per le sorti del primo parziale, che è andato in archivio dopo 41 minuti sul punteggio di 7-5 per la torre di Tandil.
SECONDO SET – Alla fine del primo sono iniziate a vacillare le dichiarazioni di Mats Wilander, che prima del match aveva dichiarato che “DelPo può essere in grado di fare tutto in questo US Open, meno che battere Roger”. Tuttavia, la seconda frazione è iniziata per Federer con un piglio decisamente diverso, che si è visto già dal primo game in risposta. Complice anche la più bassa percentuale di prime di DelPo, lo svizzero ha ottenuto nel secondo game una prima palla break (non sfruttata), e nel quarto è riuscito a mantenere a zero l’argentino sul proprio turno di battuta, trovando così il primo break in suo favore della partita. Da quel momento, il numero due del mondo ha giocato con maggior leggerezza, più sicuro dei propri mezzi e dei propri colpi, non lasciando spazio a un DelPo che comunque non si è lasciato abbattere ed ha cercato di colpire, come al solito, col suo dritto micidiale. Il secondo set si è comunque col passare del tempo tinto di rossocrociato, con Federer che senza troppi impicci è riuscito a mantenere i successivi turni di battuta riportando il match in parità in meno di trentacinque minuti.
TERZO SET – È iniziato con uno Ljubicic un po’ più rinfrancato il terzo parziale, che se non incredibile, si rivelerà quantomeno impronosticabile. Dopo il primo gioco in cui DelPo è riuscito senza troppe difficoltà a mantenere il turno di battuta, il secondo è letteralmente un suicidio sportivo per Federer: a due sanguinosissimi errori di dritto, lo svizzero fa susseguire subito dopo un doppio fallo che regala a Palito il vantaggio e l’ossigeno per organizzare il set in modo più tranquillo e sciolto. O almeno così dovrebbe essere, perché nel settimo gioco, nonostante gli innumerevoli errori col dritto inside-in del rossocrociato, l’argentino sulla palla break ha commesso un doppio fallo, probabilmente anche distratto dagli applausi del Centrale tra la prima e la seconda di servizio. “Komm jetzt” di Federer, parziale e in parità e poche difficoltà di mantenimento del turno di battuta da parte di entrambi. Si è così arrivati al tie-break. Un Roger aggressivo ha subito cercato di imporre il proprio gioco, facendo muovere DelPo e riuscendo a passare in vantaggio per 4-2. Dopo il pareggio ottenuto, l’argentino ha commesso due errori forzati col dritto che hanno consentito allo svizzero di ottenere i primi due set point del parziale. Ma non sarà stato sufficiente. Dopo la quarta palla del set sprecata, infatti, ce ne è una (sul 9-8) in favore della Torre di Tandil: prima in campo e tentativo di serve&volley da parte di Roger, ma la risposta di DelPo è risultata potentissima, tanto che Federer non è riuscito a controllare la volèe, finita inesorabilmente oltre la linea di fondo. Dopo cinquantanove minuti di battaglia, Del Potro è così passato in vantaggio per due set a uno.
QUARTO SET – È un Roger Federer piuttosto scosso quello che ha iniziato il quarto set mantenendo il turno di battuta. Gli errori con il dritto non sono comunque diminuti, mentre Del Potro è rimasto costante con i punti sulla prima di servizio, pari all’81%. Dopo tre games con il turno di battuta tenuto a zero, Federer ha vacillato con la prima, e la sua serie infinita di errori (tra cui anche uno smash, che il Roger che conosciamo ha sbagliato davvero poche volte in carriera) ha portato a un break che ha colto quasi di sorpresa anche lo stesso argentino. Del Potro si è trovato quindi a condurre per quattro giochi a due. Gli ultimi tre game seguono il copione: sul 5-3, 30-30 e servizio DelPo, Roger ha sbagliato una volèe nella quale ha aperto troppo il piatto corde ed è andata quasi sugli spalti, dopo che la risposta era stata perfetta. Sul primo match point, è stata la micidiale combinazione servizio-dritto a chiudere la partita.
Juan Martin del Potro ha battuto Roger Federer 7-5, 3-6, 7-6(8) 6-4, in semifinale affronterà Rafa Nadal. E anche il grande Mats Wilander se ne farà una ragione.