È stata la più classica delle “finali anticipate” quella che si è giocata sotto al nuvoloso cielo nero di Corona Park, per prestigio seconda solo al quarto che ha permesso a Juan Martin del Potro di vincere per la sesta volta in carriera contro il divino Roger Federer e di venirsi a giocare la partita appena conclusa contro Rafael Nadal. Prima di passare alla cronaca del match, è bene riportare delle statistiche importanti: DelPo è il quarto tennista con la percentuale più alta di match vinti contro Rafa sul cemento (55.6%). La torre di Tandil ha vinto gli ultimi due scontri sul duro, ma negli head-to-head è in svantaggio cinque a otto. L’unica volta che i due si incontrarono agli US Open, fu in semifinale, nel 2009, nella partita che precedette la finale a cui ebbe accesso Del Potro (e che tutti sappiamo come finì).
PRIMO SET – Giocato su ritmi intensissimi, il primo parziale si è deciso grazie ad un nastro. Infatti, dopo che Rafa aveva salvato la prima palla break del match sull’1-1, nel quinto gioco un DelPo cinico, attento e fortunato, ha trovato il break, in parte propiziato dalla rete che ha fatto cadere la pallina nella metà campo dello spagnolo. L’argentino ha poi vacillato solo nel turno di battuta successivo, in cui è stato costretto ai vantaggi prima di portare il set sul 4-2; sembrava potesse cambiare qualcosa l’incredibile punto che ha portato Rafa 30-15 sul 5-3, in cui si è quasi giocato all’antico pittino per quattro colpi, al termine dei quali il maiorchino ha appunto avuto la meglio. Del Potro non si è comunque lasciato coinvolgere dalla situazione e dal pubblico, e nel turno successivo ha chiuso il set concedendo un solo 15 a Nadal. Tra l’altro, nel turno di battuta conclusivo del set una farfalla ha disturbato il diavolo spagnolo sul 30-15: manco a dirlo, l’animale notturno è stato spietatamente schiacciato da un ball-boy. Primo set dunque in archivio per la torre di Tandil, che ha chiuso in cinquanta minuti col punteggio di 6-3.
SECONDO SET – Dopo un primo set giocato quasi forsennatamente, nel secondo è accaduto l’imponderabile. Nel secondo game Nadal ha immediatamente trovato il break (il primo per lui contro DelPo a New York), aiutato anche da due errori non forzati di dritto dell’argentino e accompagnato dal suo inconfondibile vamos. Da quel momento in poi, il tennista di Tandil è diventato l’ombra di sé stesso, concedendo altri quattro games di fila allo spagnolo, che ha quindi messo le proprie iniziali sulla seconda frazione, conclusasi 6-0 in 30 minuti. Va comunque detto che dall’altra parte della rete, Rafa è riuscito a mettere a punto il suo micidiale dritto a sventaglio e ad aggredire Juan Martin su ogni punto. Di contro, l’argentino non ha più trovato il rovescio né la prima di servizio: basti pensare che ha conquistato la miseria di otto punti in tutto il set.
TERZO SET – È quasi sembrato che Del Potro sia stato vittima di un grande scoramento mentale, derivante dalla presa di coscienza che Rafa, pur non avendo premuto in pieno sull’acceleratore, sia riuscito nel primo parziale a restare a ridosso dell’argentino, che invece andava a tavoletta. Dal primo game del secondo set a tavoletta è invece iniziato ad andarci Nadal, che anche nel terzo parziale è sembrato non volerne sapere di alzare il piede. Pronti via e nel primo turno di battuta di Del Potro, quest’ultimo è riuscito a realizzare un solo punto, concedendo quindi già dall’inizio della frazione il vantaggio alla spagnolo. Bisogna sottolineare che Nadal ha continuato a giocare a un livello quasi sovrumano, variando col rovescio e arrivando su ogni palla col dritto, con il quale ha spesso tolto la polvere dalle righe. Il break guadagnato nel quarto game è bastato per consegnare a Rafa un terzo set di cui non ci sono mai stati dubbi sulla paternità, anche se DelPo ha dato segnali di nuova lucidità nella seconda parte della frazione, in cui si è sporadicamente trasformato in del Thortro. Rafa, comunque, dopo aver infilato la bellezza di nove giochi consecutivi, ha chiuso col punteggio di 6-3.
QUARTO SET – Set iniziato con Juan Martin al servizio, che è passato in vantaggio senza troppi patemi. Allo stesso modo Rafa ha subito trovato il pareggio tenendo a zero il proprio turno di battuta. Nel terzo game, due errori di dritto di Del Potro hanno mandato Nadal a due palle break: al maiorchino è bastata la prima, giocata a regola d’arte e finita con un perfetto vincente lungolinea, arrivato subito dopo un dritto finito quasi all’incrocio delle righe sul quale il nativo di Tandil aveva cercato di difendersi come meglio poteva. È stato un Del Potro ormai rassegnato alla sconfitta quello che ha concesso anche un secondo break al numero uno del mondo, in un quinto game in cui Palito non è mai riuscito a tenere in campo il dritto. Per Nadal è poi stato un gioco da ragazzi mantenere il turno di battuta fino alla vittoria.
Quello appena concluso è stato un match, a dire il vero, che è stato degno di chiamarsi tale solo fino al primo set. Dopodiché, un Del Potro debilitato mentalmente e forse anche fisicamente, ha abbassato la sua percentuale di prime in campo, ha aumentato il numero di errori non forzati e ha così agevolato a Rafa la conquista della sua quindicesima vittoria consecutiva nelle semifinali Slam. Nadal, in ogni caso, è stato pressoché perfetto; domenica in finale affronterà Kevin Anderson.
US Open, semifinale:
[1] R. Nadal b. [24] J. M. del Potro 4-6 6-0 6-2 6-3