Nel giorno del ritorno di Roger, Jannik riesce finalmente a cogliere una vittoria rapida e indolore. Nella fase iniziale becca un warning per essersi attardato al servizio, poi soffre quando sul tre pari va sotto 15/30 ma tiene i nervi saldi, rimedia e piazza il break al momento giusto allungando 5-3. Qui prova a complicarsi la vita e restituisce il favore, ma questa volta il blackout dura un solo battito di ciglia e la reazione rabbiosa gli vale un altro break per il 6-4.
La vera notizia è che nella seconda frazione Jannik riesce a dilagare, approfittando anche del nervosismo di Gaston. Non mancano i momenti delicati, come la doppia chance per il controbreak nel terzo game, ma il seguente parziale di 12-1 è una galoppata prepotente che conduce il match in porto senza ulteriori discussioni sotto il solito sguardo impassibile del pubblico di cartone. Le fatiche del match di esordio con Barrere sembrano solo un ricordo e questo è un buon viatico in attesa di conoscere l’avversario dei quarti di finale e che potrebbe essere Gerasimov o (più probabilmente) Medvedev, un bel test dopo la lezione in rimonta che è andata in scena proprio qui lo scorso anno (1-6, 6-1, 6-2). Sarebbe quasi un sollievo affrontare un match da sfavorito, di quelli in cui nessuno ti chiede di vincere ma soltanto di imparare. Il russo campione delle Atp Finals viene da un periodo straordinario sporcato solo dalla sconfitta con Lajovic al primo turno di Rotterdam, la settimana scorsa.
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