Vavassori e Cobolli trovano un muro insormontabile

Con l’eliminazione di Vavassori, termina ufficialmente il masters 250 di Buenos Aires per tutti gli italiani lì impegnati: prima Darderi non riesce a fare due su due in una rivincita che sa benissimo non essere per nulla semplice contro il padrone di casa Baez, perdendo agli ottavi 4-6,5-7, poi è la volta di Vavassori che, seppur disputando un ottimo torneo battendo il serbo Djere 6-4,7-5 nello stesso turno, è costretto a sventolare bandiera bianca contro il numero due al mondo, lo spagnolo Carlos Alcaraz.

Se si potesse attribuire un titolo al primo set della gara sarebbe “Il servizio di Vavassori contro l’atleticità di Alcaraz”: infatti, se da un lato Vavassori ha un’elevata percentuale di prime di servizio, dall’altro lo spagnolo è talmente veloce che sembrerebbe quasi non lasciare nessuno spiraglio di campo libero. Complice anche qualche imprecisione di Alcaraz, il primo set è molto equilibrato, con nessuno dei due tennisti che riesce a prevalere nel turno di servizio dell’altro: per poco non ci riesce Vavassori al quarto game raggiungendo diverse parità, dando filo da torcere all’avversario soprattutto nei momenti in cui si pone sotto rete, sapendo che sono irrealizzabili dei passanti dopo aver subìto passivamente dei colpi oltre il fondocampo. Contrariamente a come ci ha abituato, Alcaraz appare discontinuo, non trova le giuste geometrie sbagliando anche di poco colpi angolati e, anche se sa di avere la meglio negli scambi prolungati facendo affidamento sulla sua fisicità, non sfrutta bene la cosa schiacciando spesso a rete i colpi. Nonostante ciò, in un modo o nell’altro riesce comunque a guadagnare il game e portarsi ancora in parità. Il rischio più grande Vavassori se lo prende al settimo game, in cui sta perdendo 30-40, ma poi si toglie dai problemi con tre prime messe a segno di fila, di cui la prima è ace. L’undicesimo game, contrariamente ai tre precedenti, è combattuto, e per vincerlo occorrono sul 40 pari due serve and volley eseguiti in maniera perfetta da Vavassori, dopo aver commesso un doppio fallo nel momento forse più delicato. Tanta fatica per raggiungere il tie-break, ma poi una prestazione insufficiente che porta Vavassori a diminuire drasticamente i suoi punti al servizio e colpi steccati sugli scambi prolungati regalano il tie-break per 7-1 e dunque il set ad Alcaraz, complice anche una ritrovata abilità nei colpi dello spagnolo, fra cui due volee chirurgiche di fila.

Questo tie-break è invece il riassunto di come è andato il secondo set: l’inerzia della partita cambia totalmente in favore dello spagnolo che sembra quasi divertirsi in campo, una volta emerso allo scoperto il campione che c’è in lui e che tutti conosciamo, tant’è vero che il secondo game è il primo che vince a servizio contro, ed inutili sono le due prime di Vavassori che lo portano da 0-40 a 30-40. Volee perfette, lob (di cui una eseguita con successo per chiudere il terzo game), passanti sono solamente alcuni dei colpi del repertorio dello spagnolo che lo aiutano a vincere persino il quarto game, il secondo a servizio contro, cosa che porta il pubblico ad entusiasmarsi ancora di più. Se non c’è più nulla da fare nei game a servizio, a maggior ragione una soluzione non si trova più neanche negli altri, e 6-1 è il risultato finale del secondo set, dopo il penultimo game della bandiera per Vavassori in cui era a servizio, magrissima consolazione che gli permette di non concludere a secco.


Se tutti i pilastri azzurri crollano a Buenos Aires, la situazione a Delray Beach è analoga nelle stesse fasi dei rispettivi tornei: prima Arnaldi perde agli ottavi una partita approcciabile contro l’australiano Hijikata 2-6,6-3,4-6, poi Cobolli trova ai quarti  l’ostacolo  Francis Tiafoe, dopo aver compiuto un lungo percorso, prima alle qualificazioni, poi come lucky loser grazie al ritiro di Duckworth: infatti, l’australiano doveva affrontare il giapponese Taro Daniel, ma si è ritirato, cosa che ha permesso a Cobolli di rimpiazzarlo e avere ancora una possibilità dopo la sconfitta subìta contro lo statunitense Moreno de Alboran. L’italiano vuole sfruttare al meglio il regalo, e lo fa sconfiggendo per l’appunto Daniel, poi Svajda agli ottavi, connazionale statunitense di Tiafoe. C’è però poco da fare contro il quindicesimo del ranking ATP, tant’è vero che la partita prende una piega storta già dal primo set, in cui Cobolli perde quattro game di fila, ed è inutile la palla break vinta che lo porta a dimezzare lo svantaggio, visto che il set finisce in favore dello statunitense 6-4, che gioca sul velluto anche sul secondo, replica del primo salvo il mancato break di Cobolli per il finale 6-2.

Di Damiano Battiato

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