Il giorno dopo è facile rendersi conto e trovare giustificazioni a quanto accaduto. In pochi però, ieri, avrebbero scommesso qualche euro su Gilles Müller vincitore di Nadal; nessuno l’avrebbe fatto all’inizio del quinto set. Invece il lussemburghese, che sempre dentro i recinti della Regina aveva sconfitto lo spagnolo nel 2005, ha stravolto ogni pronostico prima andando avanti di due set e, dopo essere stato rimontato, aggiudicandosi un infinito quinto parziale per 15-13 al quinto match-point.
Adesso che è stato eliminato, molti hanno perso la memoria breve e non ricordano più come solo sabato scorso, al termine della prima settimana, avessero indicato in Rafael Nadal il più accreditato ad alzare domenica prossima il trofeo di Wimbledon. Perché era in forma strepitosa, perché il clima asciutto aveva usurato anzitempo l’erba e perché i suoi diretti rivali stavano palesando una condizione appena accettabile.
In sede di pronostico, quando uscirono i tabelloni, avevo azzardato Nadal sconfitto nei quarti da Cilic e avevo indicato già allora in Gilles Müller un possibile pericolo per il maiorchino, arrivato a Wimbledon senza preparazione specifica per l’erba ma riposato dopo le fatiche della trionfale stagione sul rosso. Nonostante ciò, l’iberico è riuscito nel corso della sua carriera a crearsi attorno un alone che lo rende temibile in ogni situazione e, anche se negli ultimi sette anni sui prati aveva vinto uno solo (Stoccarda 2015) dei 10 tornei a cui aveva partecipato, nessuno si azzardava a sottovalutarlo.
Non lo ha fatto nemmeno Müller, interprete della miglior stagione della sua lunga carriera e glaciale nell’atmosfera infuocata del Campo 1; il lussemburghese ha sopportato il tifo contro, ha sopportato la rimonta del suo avversario, ha sopportato di vedersi annullare due match-point consecutivi sul 5-4 del quinto, altri due non consecutivi sul 10-9 (e nel gioco precedente aveva annullato quattro palle-break), insomma ha sopportato di tutto e alla fine ha chiuso in suo favore alla quinta opportunità e con pieno merito, come poi avrebbe ribadito Nadal in conferenza stampa.
Tornando allo sconfitto, ancora una volta Nadal ha provato ad adattare il suo gioco all’erba ma gli angoli cercati e spesso trovati dal lussemburghese lo hanno costretto a un match di grandi corse e poco, pochissimo tempo per decidere come colpire le palline. Dopo un inizio in cui la posizione arretrata sul campo lo aveva messo più volte alla mercé del suo avversario, dal terzo set in poi Rafa è progressivamente avanzato per poi tornare a indietreggiare nel quinto. In tutta onestà, pur riconoscendo a Müller di aver disputato uno splendido incontro per lucidità tattica e tenuta nervosa, la prestazione di Nadal è stata a tratti deludente e nel quinto set è parso fin troppo timoroso.
Assente un anno fa, Rafa non difendeva punti a Wimbledon e quindi la sua classifica non risentirà troppo della prematura eliminazione. La corsa alla prima posizione mondiale è aperta e la possibilità di rivedere il maiorchino sul trono dell’ATP è quanto mai concreta; saranno i due Masters 1000 americani e lo slam di New York a chiarire la situazione.