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Zverev: “Devo essere più aggressivo nei momenti decisivi”. Thiem: “Il mio gioco è meno prevedibile”

Ecco le dichiarazioni di Alexander Zverev, al suo esordio a Roma. “A Madrid avevo detto che provavo sensazioni migliori rispetto alle ultime partite, e lo confermo. Non è facile adattarsi subito alla stagione su terra, ma mi sono adattato sempre meglio. In Spagna sono stato molto vicino al mio massimo livello – ha aggiunto il tedesco, campione agli Internazionali nel 2017 -, credo che contro Tsitsipas avrei potuto vincere in due set. Purtroppo non ci sono riuscito e all’inizio del terzo, dopo un lungo game iniziale, non ho sfruttato tre palle break. Da lì ho ceduto. Lui aveva più fiducia, in quel momento”.
Durante il match che l’ha visto impegnato il tedesco si è reso protagonista di un bel gesto regalando la propria fascia a una bambina sugli spalti dopo averla colpita accidentalmente: “L’ho ovviamente colpita per sbaglio, non l’ho fatto apposta. Ho visto che era triste per questo, stava piangendo. Ho pensato che fosse la cosa migliore da fare in quel momento. Spero di averle reso felice questa giornata”.
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Sul rapporto con Lendl, non presente a Roma, ha chiosato: “Me lo chiedete tutte le settimane. Sono sicuro che l’avete capito. Me l’avete chiesto a Montecarlo, Barcellona, Madrid, Miami, Monaco…“. Proprio a Madrid Zverev aveva detto di voler giocare più aggressivo in alcuni momenti: “Si, mi riferivo al match perso con Tsitsipas, quando non ho finalizzato le palle break a mia disposizione. Dovevo essere più aggressivo in quei frangenti”. Sulla questione coach, infine, glissa rispondendo con un secco “no” alla domanda circa la ricerca di un nuovo coach per il suo team”.

Dominic Thiem: “Perché faccio meno tornei di prima? Beh, sono diventato un po’ più vecchio, ora devo prendermi più cura di me stesso. Il mio obiettivo è giocare meno, certo, ma dare il meglio in ogni torneo. A partire da Indian Wells sono molto felice delle mie performance, funziona davvero bene. Sto cercando di mantenere un’ottima forma.

Sulla fidanzata: “È bello stare insieme a una tennista [Kiki Mladenovic], perché conosce bene il nostro lavoro, sa che dobbiamo viaggiare molto e che a volte capita di non vederci per un po’. Questo aiuta molto in una relazione”.

“Fino alla fine della stagione su terra cercherò di dare il massimo, anche se il favorito n. 1 è Rafa, seguito appena dopo da Nole, perché è nella sua forma migliore. Poi c’è un altro gruppetto di quattro, cinque, sei giocatori che potrebbero vincere ogni settimana. Io so di avere chance, ho più esperienza. E credo che il mio gioco sia migliorato, sia diventato più imprevedibile grazie all’aiuto del mio coach Nicolas [Massu]. Grazie a Gunther [Bresnik] avevo raggiunto un tennis grandioso, ma ero forse un po’ troppo prevedibile, i miei avversari lo capivano. Ho aggiunto alcune soluzioni nel mio gioco, come dropshot e altri colpi e questo non può che rendermi più competitivo”.

Simone Marasi

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